Terni, digos e carabinieri nell'ufficio del sindaco Bandecchi: notificati due atti, in uno è parte offesa

I militari consegnano a mano la chiusura indagini sulla denuncia per diffamazione dell'assessore Coletto

Terni, digos e carabinieri nell'ufficio del sindaco Bandecchi: notificati due atti, in uno è parte offesa
di Nicoletta Gigli
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Martedì 27 Febbraio 2024, 00:30

TERNI - Doppia visita a palazzo Spada degli uomini in divisa per Stefano Bandecchi.

Ieri mattina, prima della seduta del consiglio comunale, il sindaco era atteso dalla digos e dai carabinieri per la notifica di atti legati a due procedimenti distinti.

Gli investigatori della digos hanno notificato al sindaco Bandecchi un atto tecnico legato alla denuncia che presentò in questura per una lettera anonima che gli fu fatta recapitare in ufficio.
Bandecchi, che nel procedimento è parte offesa, è stato raggiunto nel suo ufficio di palazzo Spada dalla Digos, che gli ha notificato l’avviso per un accertamento tecnico da svolgere. E’ legato alle indagini sulla lettera con minacce di morte e una sequela di insulti che fu fatta recapitare il 14 settembre scorso nel suo ufficio di palazzo Spada.  Sarebbe stata spedita da Palermo e gli investigatori della digos, guidati da Marco Colurci, stanno indagando a ritmo serrato sulla vicenda. 

Negli stessi minuti nell’ufficio del sindaco sono arrivati anche i carabinieri, che hanno notificato a mano a Bandecchi la chiusura delle indagini nate dalla denuncia dell’assessore regionale alla sanità, Luca Coletto.

In questo procedimento, notificato via pec il 20 febbraio scorso all’avvocato nominato d’ufficio, Roberto Maria Materazzi, il sindaco è indagato per diffamazione a mezzo stampa.

A presentare la denuncia l’assessore Coletto, che ha chiesto di indagare sulle affermazioni di Bandecchi in occasione della conferenza stampa del novembre 2022 con cui annunciò la sua candidatura a sindaco di Terni.

All’hotel Garden gremito di gente Stefano Bandecchi, all’epoca legale rappresentante della Ternana Calcio, tornò a parlare del progetto stadio-clinica, bocciato dalla Regione.

Non pronuncia quasi mai il suo nome ma l’attacco, stando alle carte messe insieme dalla procura, è inequivocabilmente diretto all’assessore al welfare della Regione Umbria.

Le indagini sono del pm, Barbara Mazzullo.

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