Terni, il tribunale le toglie i figli
la parrocchia e il quartiere raccolgono centinaia di firme: "Restituiteli alla madre"

Terni, il tribunale le toglie i figli la parrocchia e il quartiere raccolgono centinaia di firme: "Restituiteli alla madre"
di Nicoletta Gigli
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Venerdì 17 Ottobre 2014, 17:34
TERNI «Chiedo che sia posto fine al duro periodo di soggiorno di Tommaso e Valeria nella comunità educativa dell'alta Umbria, dove vivono dal 28 maggio come reclusi, senza sapere quale sarà la loro sorte né immaginare cosa deciderà il Tribunale dei Minori di Perugia». Sono le parole con le quali Don Roberto Tarquini, un sacerdote conosciuto e stimato a Terni, accompagna una lunga lettera allegata ad una petizione che porta centinaia di firme. Nelle prossime ore sarà spedita al Procuratore di Terni, al Tribunale dei Minori, alle autorità cittadine con in testa il Prefetto e alla Corte dei Conti per il presunto danno erariale causato dalla decisione di "chiudere" i due fratelli ternani per mesi in una casa famiglia. Una storia cominciata qualche mese fa, dopo la morte del padre in seguito ad un incidente stradale e l’arrivo dei soldi dell’assicurazione, che ora si arricchisce di un nuovo capitolo drammatico. «Conosco la mamma, Laura dal 1988 - scrive don Roberto - sono stato il suo direttore spirituale e gioivo dei suoi progressi e della sua dedizione alla famiglia. Dopo la morte del papà di Tommaso e Valeria, la mamma mi ha chiesto consiglio, aiuto. Ha sempre stretto i denti, ha saputo esprimere le sue qualità materne assolvendo al meglio il suo compito genitoriale». Parole che oggi suonano come macigni. Perché mercoledì mattina il calvario di questa famiglia è stato reso più pesante da un nuovo provvedimento del Tribunale per i minorenni. Nella casa famiglia dove da maggio sono ospitati Laura, Valeria, 16 anni e Tommaso di 11, ha fatto irruzione la polizia ternana. «Valeria e Tommaso devono venire con noi - hanno detto - la mamma deve tornare a casa sua a Terni». Ai due minori vengono requisiti i telefonini e, caricati sull'auto della polizia, partono per un luogo segreto. Un trauma che si aggiunge a quello accaduto poche settimane fa, quando la ragazzina era stata ricoverata dopo aver partecipato ad una festa autorizzata dai responsabili della comunità: sul corpo lividi e abiti strappati, uno svenimento e ancora buio su quello che è successo veramente.
Ieri la nuova separazione dalla madre. Il provvedimento che esegue la polizia è in quattro pagine scritte dal Tribunale per i Minori. «Dalla denuncia presentata ai carabinieri da un operatore della casa famiglia - si legge - risulta che la madre dei minori, millantando una presunta autorizzazione ad uscire, si allontanava dalla comunità con i figli, dileguandosi a bordo di un'auto». Laura non crede a quello che legge: «Lo sanno che non siamo scappati via, dovevamo andare tutti e tre a Firenze per la Ctu disposta dalla Corte d'appello» racconta con la voce rotta dal pianto. Ma i giudici hanno voluto anticipare anche questo aspetto, scrivendo che «l'atto posto in essere dalla madre rimarrebbe arbitrario anche se si accertasse che ella veramente si sarebbe recata presso il Ctu, non avendo avuto autorizzazione a portare via i minori dalla comunità». Valeria e Tommaso ora sono in una casa famiglia segreta, mamma Laura, vedova da due anni, non sa più che fare. Sa solo che il procuratore generale presso la Corte d'Appello, che ha analizzato il ricorso dell'avvocato Renato Chiaranti contro il provvedimento che sospendeva la sua capacità genitoriale, aveva dato parere favorevole all'accoglimento del reclamo per riunire questa famiglia disperata.Stretto il riserbo degli avvocati di mamma Laura, Arturo Bonsignore e Renato Chiaranti. Prima o poi qualcuno dovrà spiegazioni sui troppi aspetti poco chiari che circondano la triste vicenda. Come la violazione dell'obbligo scolastico per Tommaso: avrebbe dovuto frequentare la prima media, ma a scuola non è mai stato mandato.
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