Sparatoria a Ponte Felcino:verso il verdetto per i rapinatori di bar e tabaccherie. Nell'ultimo assalto fu ucciso un complice

Il luogo della sparatoria a Ponte Felcino
di Enzo Beretta
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Sabato 20 Gennaio 2024, 08:26 - Ultimo aggiornamento: 08:29

È in programma per mercoledì l'appuntamento in Cassazione: quel giorno i giudici della Seconda sezione si pronunceranno sul ricorso presentato dagli albanesi Madrid Kaja e Gjergji Piku, entrambi condannati dalla Corte d’appello di Perugia che li ritiene colpevoli di aver fatto parte del commando che durante la notte tra il 18 e il 19 ottobre 2018 svaligiò alcuni bar della provincia di Perugia. Del gruppo armato faceva parte anche Erion Kozi che ha patteggiato la sua condanna a tre anni e mezzo di carcere.

L’ultimo assalto fu tragico perché finì nel sangue: davanti a una tabaccheria di Ponte Felcino una guardia giurata e due carabinieri provarono a bloccare i ladri in fuga a bordo di un’Audi A6 rubata, vennero esplosi alcuni colpi di pistola e un proiettile centrò il lunotto conficcandosi nella nuca di un altro complice, Eduart Kozi, 50 anni, che morì e venne abbandonato in una stradina secondaria all’estrema periferia del capoluogo.

Anni dopo le indagini coordinate dal pm Mara Pucci hanno portato all’arresto dei presunti responsabili. Secondo il gip che archiviò il fascicolo aperto contro i carabinieri accusati dell’omicidio di Eduart Kozi l’uso delle armi per fermare la banda in fuga fu «legittimo». All'esito del giudizio abbreviato di primo grado - che ha consentito agli imputati di beneficiare dello sconto di pena pari a un terzo - il 40enne Madrid Kaja venne condannato a cinque anni e quattro mesi, Piku (processato da latitante) invece a sei anni e due mesi: entrambe le condanne sono state riviste in appelo con pene a quattro anni e otto mesi (alcune accuse nel frattempo sono cadute) e 1.500 euro di multa.

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