La sentenza: «Genitori separati, gli incontri protetti
si faranno via Skype»

La sentenza: «Genitori separati, gli incontri protetti si faranno via Skype»
di Corso Viola di Campalto
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Mercoledì 15 Aprile 2020, 15:40 - Ultimo aggiornamento: 17 Aprile, 08:05
Una sentenza che potrebbe fare da apripista per decine di casi simili. Per evitare il rischio di contagio, il tribunale di Terni ha disposto che gli incontri protetti tra un padre separato ed i figli minori si possano svolgere da remoto, con l'assistenza degli operatori sociali. La decisione è stata presa dal giudice Monica Velletti, presidente della sezione civile del tribunale di Terni, dopo il ricorso d'urgenza fatto da un piccolo imprenditore ternano quarantenne che da oltre un mese non riusciva ad avere contatti di alcun tipo con i tre figli piccoli, di appena 11, 7 e 5 anni, non potendo materialmente vederli durate gli incontri protetti come deciso il mese prima dallo stesso tribunale, causa emergenza Cornavirus.
Dopo l'allontanamento della madre e dei figli dalla casa familiare, dovuto, secondo quanto denunciato della donna con tanto di referti del Pronto Soccorso, alle percosse subite, erano sorte difficoltà nel mantenere i contatti tra i figli e il padre, non convivente. Infatti, il Tribunale aveva disposto, con ordinanza del 4 marzo, l'affidamento esclusivo dei figli alla madre e aveva previsto che il quarantenne li potesse vedere nei cosiddetti spazi neutri secondo il calendario da redigere da parte dei servizi sociali. Incontri che di fatto non si sono mai tenuti per colpa soprattutto delle norme del Governo anti Covid-19. Così, l'imprenditore ha presentato un'istanza d'urgenza nella quale viene segnalato il «comportamento assolutamente ostativo, violento, pretestuoso e ritorsivo tenuto dalla moglie per impedirgli di tenere qualsivoglia contatto, anche solo telefonico, con i suoi tre figli». Mentre, i servizi sociali, in una relazione di aggiornamento del 26 marzo, hanno dato atto «dell'impossibilità a causa dell'emergenza sanitaria di attivare incontri in spazio neutro».
Così è arrivata la decisione del giudice Monica Velletti che ha dato il via libera alla frequentazione protetta padre-figli tramite Skype o Whatsapp con l'assistenza (sempre da remoto) degli operatori dei servizi sociali, che dovranno organizzare la chiamata ed essere presenti per tutta la sua durata. Ora i servizi sociale del Comune hanno dovuto organizzare, con modalità che evitino lo spostamento e il contatto diretto delle parti, dei minori e degli stessi operatori, gli incontri con una cadenza di almeno tre volte la settimana.
La pronuncia risale al 30 marzo 2020 ed il giudice ha voluto così bilanciare l'interesse primario dei figli minori e del genitore a veder garantito il pieno diritto alla bigenitorialità con l'interesse alla tutela della salute pubblica individuale, dei minori e dei genitori, e collettiva, adottando precauzioni che non aumentino il rischio di contagio.
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