Scuola, dimensionamento scolastico: scontro sul taglio di sei presidi in Umbria

Scuola, dimensionamento scolastico: scontro sul taglio di sei presidi in Umbria
di Remo Gasperini
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Domenica 17 Dicembre 2023, 09:39 - Ultimo aggiornamento: 09:40

PERUGIA - A chi tocca mollare presidenza e segreteria per ridurre di sei unità le autonomie scolastiche dell’Umbria? Dopo i vivaci dibattiti con le proposte deliberate da Comuni e Province, adesso il dossier è arrivato alla fase finale in Regione e come al solito il dimensionamento si rivela terreno di scontro. Il taglio imposto dalla legge (197/2022) è perentorio: entro il 2026-27 il tetto di scuole per l’Umbria dovrà essere di 130, nove in meno delle attuali, e dal 2024-25 si comincia con sei. Va detto che nessuna scuola chiuderà, salteranno le autonomie ma nessun ente locale vuole mollare questo centro di Servizio (potere?) soprattutto ora che sullo sfondo ci sono le elezioni. Archiviato il caso Marsciano dopo la protesta con tanto di firme contrarie agli accorpamenti dei vari circoli didattici, ora sul piede di guerra ci sono Assisi e Città di Castello che sarebbero state scelte per due delle più eclatanti e spinose fusioni: Bonghi con Alberghiero ad Assisi Santa Maria degli Angeli; Liceo Plinio il Giovane con Patrizi-Baldelli-Cavallotti nel capoluogo tifernate.

I CRITERI Per cercare di evitare “guerre di campanile”, a livello di tavolo 112, l’organismo regionale che comprende enti locali, ufficio scolastico e sindacati, si è cercato di concordare criteri per spianare la strada alla individuazione delle sei autonomie da tagliare. Dunque: niente tagli nei due capoluoghi, niente nelle aree interne Trasimeno e Media Valle del Tevere, niente nei quindici comuni del cratere. Si è poi tenuto conto della progressiva eliminazione “suggerita” a livello nazionale delle Direzioni Didattiche a favore dei Comprensivi. E c’era anche l’idea di rimandare di un anno la possibilità di tagli tra le scuole superiori ma è scomparsa nella ultima riunione del Tavolo. Così, detto che i sindacati sono stati fin dal primo momento contrari agli accorpamenti di qualsiasi genere perché “sono un grave danno per la qualità del servizio soprattutto per l’acuirsi delle carenze nell’organico del personale Ata (superlavoro delle maxi-segreterie e mancanza di bidelli)” si è arrivati alle ultime proposte in capo alla Regione.

Proposte che saranno di nuovo al centro del decisivo Tavolo 112, presieduto dall’assessore Paola Agabiti, in programma martedì prossimo.

SEMAFORO VERDE Nel dettaglio non dovrebbero esserci dubbi sulla metà degli accorpamenti. L’IC Valfabbrica, sottodimensionato e da anni gestita in reggenza, si unirà all’IC Sigillo per formare un unico Comprensivo di 821 studenti con 53 classi. La Direzione Didattica San Giustino sarà accorpata all’IC San Giustino che così avrà un numero di studenti pari a 1.268 con 71 classi. Accorpamento anche tra Direzione Didattica Todi e IC Massa Martana per un totale di 1.116 studenti dislocati in 67 classi.

SEMAFORO GIALLO Nel Ternano, dopo il dibattito su possibili accorpamenti tra scuole del capoluogo, superato tra non poche polemiche e anche per le immediate proteste salite dalla base, l’accorpamento previsto dovrebbe riguardare la Direzione Didattica di Amelia con l’Omnicomprensivo per una scuola che avrà in totale 1.660 studenti e 57 classi. I nodi, come detto, sono ad Assisi e Città di Castello. A Città di Castello non ne vogliono sapere di mettere insieme il Liceo Plinio (518 studenti e 23 classi) con l’IIS Patrizi-Baldelli-Cavallotti denominato “International Campus” che ha indirizzi in enogastronomia, servizi commerciali, servizi per l'agricoltura, manutenzione e assistenza tecnica, una scuola che ha 771 studenti e 43 classi. Stessa avversione alla unificazione ad Assisi dell’Alberghiero (558 studenti e 31 classi) con il polo Bonghi (528 studenti e 29 classi) con indirizzi Tecnico elettronico, Tecnico costruzioni, Tecnico economico-finanziario, Professionale per l’industria e Professionale servizi. Sia nelle scuole di Città di Castello che di Assisi ci sarebbero in previsione anche pensionamenti di uno due presidi ma nemmeno questa prospettiva finora ha fatto accettare gli accorpamenti proposti dalla Regione. Fatto sta che una sintesi va trovata entro la fine dell’anno e qualcuno dovrà pur abbozzare per evitare una soluzione d’imperio del ministero.

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