Romizi contro Ferdinandi: «Perugia non è allo sbando». Il sindaco replica duro alla candidata del centrosinistra. «Questa non è politica»

Prisco e Squarta (FdI): «Noi avanti con rispetto». Leonelli: «Errori sia da destra che da sinistra»

Romizi e Ferdinandi dopo il riconoscimento di Mattarella all'ex direttrice di Numero Zero
di Luca Benedetti
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Domenica 4 Febbraio 2024, 09:20 - Ultimo aggiornamento: 09:38

S’incendia la campagna elettorale. Dopo il « Romizi ha piegato una città su se stessa, l’ha resa una città spaventata, frammentata…» detto da Vittoria Ferdinandi nell’annunciare la candidatura per il centrosinistra, ecco la replica del sindaco. Romizi si affida (senza mai nominare la Ferdinandi) a un lungo post su Facebook. L’attacco, prima rilanciando la frase della Ferdinandi, fa così: «Questa è la “gentile” dedica che mi hanno voluto rivolgere nella giornata di ieri. Sento la necessità e il desiderio di domandare a tutti voi: vi ho reso spaventati? In questi anni vi siete sentiti dal Sindaco abbandonati? Onestamente non credo di meritare questo pensiero, né credo lo meriti la città. Perché se c’è un elemento che mi è stato trasversalmente riconosciuto è quello di aver riavvicinato l’amministrazione ai cittadini e con loro di aver riattivato processi virtuosi condivisi e nuove e rinnovate sinergie, con le quali in tante aree stiamo non solo curando antiche ferite ma valorizzandone potenzialità». Logico che Romizi metta in fila una lunga serie di «abbiamo fatto». Bilancio risanato, opere pubbliche, il Pinqua per Ponte San Giovanni, la fibra, Mercato Coperto, Turreno e cittadella giudiziaria. «Capisco-rilancia-che in campagna elettorale tutto (o quasi) sia concesso, ma reputo che sia fondamentale non perdere mai di vista il confine fra propaganda e realtà. Pertanto quello che a me eventualmente spaventa è che si affronti questa campagna elettorale non tanto parlando della nostra città con le sue potenzialità e fragilità, ma tornando ai tempi in cui la priorità alla fine era semplicemente quella di delineare nel volto dell’altro il demone da combattere. Questa non sarà mai la mia politica».
Romizi, a sera, infila quasi 900 like. Tra i commenti quello del sottosegretario all’Interno, Emanuele Prisco (FdI): «Bravo, hai fatto bene a fare chiarezza. Andiamo avanti a fare quello che serve ai cittadini di Perugia e soprattutto con quel rispetto dei nostri concittadini che non ha avuto chi ha umiliato la nostra città prima di questa amministrazione. Cambiano i volti, restano i modi, da una parte e dall’altra».
Interviene anche Sumaya Abdel Qader, eletta in consiglio comunale a Milano nel 2016 con il Pd, figlia dell’ Imam Mohamad, ucciso dal Covid: «Andrea Romizi ce ne fossero di sindaci come te. Ma soprattutto di persone come te. E lo dico pur stando dalla parte politica opposta non sempre in accordo».
Post tosto, nel pomeriggio, anche di Marco Squarta (Fdi), presidente del consiglio regionale: «Mancavano solo alla presentazione (della Ferdinandi, ndr) le magliette di Che Guevara e le spillette di Lenin».

Città spaventata? «Forse si riferiva, e la capisco, alla Perugia di almeno dieci anni fa quando governava il PD che oggi la sostiene con tanto fervore. ...la ricordo così anche io, la ricordano così anche i perugini, spaventati sul serio...». Nella sfida social si inserisce il candidato sindaco di Pensa Perugia, Giacomo Leonelli. Stoccate di qua e di là: «A sinistra non si pensi di risolvere i problemi riproponendo le sole le narrazioni identitarie; a destra non si rilanci con racconti fiabeschi da città del Mulino Bianco...»

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