Riccardo Milani: «L'intera provincia italiana è "un mondo a parte", solo che in pochi vogliono riconoscerlo»

Riccardo Milani: «L'intera provincia italiana è "un mondo a parte", solo che in pochi vogliono riconoscerlo»
di Michele Bellucci
3 Minuti di Lettura
Domenica 7 Aprile 2024, 20:25

PERUGIA - Tornerà a Perugia domani, lunedì 8 aprile, Riccardo Milani che è pronto a incontrare il pubblico del Cinema Zenith prima della proiezione del suo ultimo film, “Un mondo a parte” (inizio alle 18). Una serata che si preannuncia imperdibile anche perché il regista romano ha uno stretto legame con il pubblico umbro, con il quale si è più volte confrontato a partire dal 1999, quando in un Cinema Zenith gremito presentò “La guerra degli Antò” mentre per il più recente “Grazie ragazzi” ha addirittura girato parte delle scene nel capoluogo. In questa occasione sarà il critico Andrea Fioravanti a coordinare l’incontro.

Riccardo Milani, perché ha scelto di tornare a incontrare il pubblico perugino?
Ho sempre avuto l’abitudine di confrontarmi con il pubblico accompagnando i miei film. Potrei affermare che faccio il mestiere del regista soprattutto per questo, perché voglio parlare alle persone e raccontare cose che conosco. Mi piace confrontarmi su temi che mi sembrano necessari, stavolta ce ne sono tanti in ballo ma di fondo c’è l’idea che la comunità che racconto riesce a scavalcare divisioni e differenze.

È questo il filo rosso del film?
Sì, penso che la comprensione profonda del termine comunità ci possa aiutare a capire meglio tanti temi del nostro tempo. Per me è un po’ un’ossessione ma ogni volta c’è un’urgenza per tornare a parlarne.

Com’è stata la reazione del pubblico?
Alla fine di ogni proiezione noto che il gradimento è altissimo.

Mi ringraziano per aver portato alla luce quello che è il cuore del Paese, ovvero la provincia. Si capiscono raramente tante dinamiche che lì sono comuni mentre nei grandi centri non le conosciamo affatto. È quell’Italia che esiste e ha un grande cuore.

Può farci un esempio?
Il recupero dell’etica e dei valori essenziali. Questo è uno degli aspetti meravigliosi delle comunità di provincia.

La storia che racconta è tratta da fatti reali?
Posso dire che niente è inventato. Io da sempre racconto cose che conosco e ho osservato con i miei occhi le trasformazioni che racconto nel film. Mi riferisco a professori che lottano per non far chiudere le scuole o allo sfruttamento dei paesi. Anche l’integrazione che racconto è concreta.

Si riferisce alla convivenza di persone che arrivano da altri paesi?
Esatto, è una realtà che facciamo finta di non vedere ma che esiste. Lo dicono i numeri, non è politica, gli stranieri spesso tengono viva la nostra provincia che altrimenti si sarebbe già svuotata del tutto. E questo non riguarda solo l’Abruzzo che racconto in “Un mondo a parte”, da nord a sud è così e tutti ne sono consapevoli… però in pochi lo riconoscono.

© RIPRODUZIONE RISERVATA