Terni. «Puzzi e sei una stupida» poi le botte: condannato a 4 anni di carcere marito violento

Terni. «Puzzi e sei una stupida» poi le botte: condannato a 4 anni di carcere marito violento
di Claudia Sensi
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Mercoledì 24 Gennaio 2024, 08:37

TERNI Quattro anni di reclusione, sospensione della potestà genitoriale per otto anni, quindicimila euro di liquidazione alla parte civile, pagamento delle spese processuali. E' la sentenza che il collegio giudicante - formato da Simona Tordelli, Bianca Maria Bertan ed Ersilia Agnello - ha pronunciato nei confronti di un trentanovenne che «con condotte reiterate di minaccia, violenza, molestia maltrattava la moglie convivente (di trentadue anni) cagionandole un permanente stato di soggezione, timore, svilimento delle condizioni di vita». Alla lettura della sentenza l'imputato non era in aula così come la donna difesa dall'avvocatessa Federica Bigi. La storia di abusi andava avanti da alcuni anni anche di fronte ai figli minori della coppia, entrambi autistici. Il marito era solito dire alla moglie che puzzava, era stupida, una persona inutile, le impediva di avere amici, di lavorare, le imponeva come vestirsi. E addirittura arrivato a minacciarla di morte, «prima o poi ti ammazzo» le ha gridato in varie occasioni. L'epilogo nel luglio scorso. Le grida terrorizzate dei due bambini arrivano alle orecchie di un inquilino, nonostante la televisione accesa, che abita nello stesso palazzo della famiglia: loro al primo piano, lui al quarto. L'uomo si spaventa, teme il peggio e chiama la polizia. All'arrivo delle forze dell'ordine la donna si presenta alla porta tremante, ha il volto tumefatto ed il naso rotto. Il marito non solo l'ha schiaffeggiata, ma l'ha ripetutamente percossa con il manico di una scopa. Lui si è chiuso in camera e solo dopo le insistenti richieste degli investigatori esce, assumendo un atteggiamento spavaldo ed arrogante. La casa si è trasformata in un campo di battaglia, tutto è sottosopra, i bambini si sono rifugiati nella loro camera. Una violenza inaudita nata dal rifiuto della moglie di consegnare al marito la sim del proprio cellulare. Nonostante le ferite riportate - frattura delle ossa nasali, un trauma contusivo al gomito sinistro e alla coscia sinistra - la donna si reca in ospedale solo tre giorni dopo perché nel frattempo se ne è andata di casa, senza sporgere querela per le lesioni, ma essendo sola con i due bimbi, torna sui suoi passi. I sanitari la giudicano guaribile in 30 giorni e per lei finisce lì, non si reca dal dottore, non fa altre visite. Nel frattempo il marito viene allontanato dalla casa familiare con divieto di avvicinamento e lei con i bambini trasferita in una casa protetta. Dopo tre udienze che si sono succedute da novembre a dicembre scorsi, ieri l'ultimo atto del primo grado. Il pubblico ministero Elena Neri ha chiesto cinque anni di reclusione per l'uomo.

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