Intercettazioni del marito infedele:
assolti gli 007 di casalinghe disperate

Intercettazioni del marito infedele: assolti gli 007 di casalinghe disperate
di Egle Priolo
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Giovedì 2 Ottobre 2014, 18:48
PERUGIA - Una talpa nel cellulare. Che non solo legge tutti i messaggi, ma li inoltra su un cellulare spia. Non fantascienza e neanche spionaggio industriale.

A tremare non sono i servizi segreti, ma solo i partner poco avvezzi alla sincerità. Le bugie e i tradimenti possono essere svelati da un semplice software installato sul proprio cellulare che poi duplica i messaggi ricevuti e li spedisce a un altro utente. E se c'è davvero qualcosa da nascondere e l'altro utente è il proprio partner possono essere dolori. Non è questo il caso, ma è la morale della storia finita davanti al giudice Fortunata Volpe. Tra moglie e marito c'ha messo il dito un'agenzia investigativa, finita alla sbarra per quell'applicazione impicciona e delatrice. L'accusa? Cognizione illecita di comunicazioni o conversazioni telefoniche, secondo l'articolo 617 del codice penale. Con il pm Massimo Casucci che ha contestato al socio dell'agenzia investigativa e al suo collaboratore di aver installato sui cellulari della loro cliente e di suo marito (presunto fedifrago) un software idoneo a consentire alla signora «di prendere conoscenza di tutti i messaggi sms inviati» dal marito.

Insomma, non era necessario cercare le prove del tradimento, perché, se fosse stato vero, sarebbero arrivate da sole sul cellulare della donna mangiata dal dubbio. Lo ha raccontato lei stessa ai carabinieri, spiegando il timore di essere tradita e la decisione di rivolgersi a un'agenzia di investigazioni private, scelta a casa sull'elenco. I primi pedinamenti, la richiesta di comprare una sim e di rubare per qualche minuto il cellulare al marito. Lo scambio e la nuova sim che inizia a ricevere tutti i messaggi dell'uomo. Che evidentemente non nascondeva nulla, visto che i due si chiariscono e alla signora resta solo la parcella dell'agenzia a ricordare la sua crisi coniugale. Ma quelle intercettazioni non vengono dimenticate e i due 007 per casalinghe disperate, difesi dagli avvocati Marco Brusco, Mirella Anania e Giuseppe De Lio, finiscono sotto processo. Assolti, ieri, per non aver commesso il fatto. «Sono sempre stato convinto dell'assoluzione - commenta l'avvocato Brusco (nella foto) -. La correttezza e la professionalità che hanno sempre contraddistinto l'operato del mio assistito non potevano portare a una diversa conclusione. Finalmente gli è stato restituito l'onore».
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