Romizi come Boccali:
ecco la stangata sulla casa

Romizi come Boccali: ecco la stangata sulla casa
di Fabio Nucci
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Mercoledì 20 Agosto 2014, 21:10 - Ultimo aggiornamento: 21 Agosto, 00:22
PERUGIA - Niente sconto sulla Tasi, la tassa istituita per finanziare i servizi indivisibili del Comune.

Le promesse elettorali, per ora, sono rimaste tali e per il 2014 l'assetto fiscale di Palazzo dei Priori resta invariato. La spiegazione sarebbe questa: troppo pesante l'eredità lasciata dalla precedente amministrazione per poter mettere mano a una riduzione di tasse e imposte comunali. Così, la delibera portata in giunta dall'assessore al bilancio, Cristina Bertinelli, contiene ben poche sorprese.

La decisione più attesa era proprio quella riguardante l'aliquota Tasi che, conti alla mano, l'esecutivo non è stato in grado di tenere al minimo e per questo anno peserà sui proprietari di prime case per il 3,3 per mille. L'idea del sindaco Andrea Romizi, promessa in campagna elettorale, era quella di applicarla al minimo, l'uno per mille. Invece, almeno per questo anno graverà come una vera e propria imposta sugli immobili per il massimo, il 2,5 per mille, più lo 0,8 per mille, il differenziale di imposizione che il Governo, tramite il decreto Salva Roma, ha concesso (come facoltà) ai Comuni per finanziare le eventuali detrazioni per le abitazioni principali. Le quali, stando alle indiscrezioni filtrate dalla riunione di giunta di ieri pomeriggio, saranno introdotte secondo le disposizioni legislative nazionali e saranno legate al valore della rendita catastale con il limite che sarebbe stato fissato a 400 euro. Per i contribuenti perugini, il versamento della prima rata Tasi è stato posticipato al 16 ottobre mentre il pagamento del saldo è previsto entro il 16 dicembre. La stessa scadenza prevista per l'Imu che "resiste" su tutti gli altri immobili, comprese le seconde case, e rispetto alla quale non sono previste variazioni rispetto alla griglia di aliquote stabilite lo scorso anno. Resta valida quindi anche la misura adottata dalla precedente giunta, di considerare come prima casa quella concessa a titolo gratuito, in comodato, a parenti in linea retta che la utilizzino come prima casa (genitori/figli).

All'aliquota base del 7,6 per mille andrà pertanto aggiunto lo 0,3 per mille, misura che i comuni possono aggiungere o sottrarre.

Ne consegue una manovra dai contorni simili a quelli dello scorso esercizio, con il valore che si aggirerebbe sui 50 milioni con il valore delle entrate tributarie che poco dovrebbe quindi discostarsi dai 142milioni indicati per il 2013. Il vecchio esecutivo aveva previsto una riduzione delle entrate tributarie dal 2015, ipotesi sulla quale anche la giunta Romizi sta già lavorando. Restano le ombre dello sbilancio da 9,5 milioni che Palazzo dei Priori si ritrova suo malgrado a gestire. Con un occhio ai servizi comunali, l'altro ai tagli da apportare alle spese.

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