a Perugia ha incontrato gli “ambasciatori” di Palazzo dei Priori.
L'obiettivo è sbrogliare la matassa e tentare di realizzare comunque alloggi per studenti in città.
Il secondo tempo della partita inizia con un paio di
punti fermi. Primo: di costruire un collegio per 120
studenti in faccia alla chiesa del 1200 non se ne parla. La giunta Romizi non lo vuole e una sentenza del Tar ha di fatto blindato lo “stop ai lavori” della
Soprintendenza. Risultato: di lì non si passa. Secondo, prendere il progetto e il bando d'appalto da 13 milioni per un palazzo di via Enrico Dal Pozzo e spostarlo da un'altra parte così com'è, non si può. I tecnici del Miur non sono d'accordo.
Quindi, o finisce tutto con la formula di rito laconica
«non se ne fa più niente», oppure si congela quel
finanziamento (6 milioni dal Ministero e 6 della
Regione) che era stato concesso dal Miur per uno
studentato a Perugia, si rifà un altro progetto, un
altro appalto e via avanti.
L'Adisu - che ha in mano il bando per i lavori - resta fermo e aspetta indicazioni. In definitiva l'Agenzia per il diritto allo studio è un ente strumentale della Regione. In buona sostanza vuol dire che fa quello che dice la giunta Marini. Il faldone con su scritto “San Bevignate”, ieri, nella prima riunione del nuovo esecutivo, non è stato aperto. Nei prossimi giorni, però, Comune, Università, Regione e Adisu, si siederanno tutti intorno allo stesso tavolo per fare il punto e cercare di trovare una soluzione.
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