PERUGIA - È finito in Rianimazione dopo una crisi respiratoria durante un'endoscopia. A cui è seguita anche una polmonite. Tutto per colpa di un utilizzo non corretto del Propofol, un farmaco ipnotico noto purtroppo per due decessi nell'ospedale di Montichiari e considerato tra le cause di morte di Michael Jackson.
È quello che sostiene il cinquantenne che ha denunciato ai carabinieri del Nas un medico gastroenterologo del Santa Maria della misericordia, chiedendo i danni per quanto subito a seguito della somministrazione del controverso medicinale. Secondo la denuncia dell'uomo, a cui è seguito già il sequestro delle cartelle cliniche da parte dei militari, prima di tutto la somministrazione è avvenuta senza che il paziente avesse prestato il suo consenso informato e in una situazione in cui era necessaria la presenza di un anestesista (o comunque il rispetto di protocolli stabiliti, senza allontanarsi dallo «standard of care» del caso), come ricordano le linee guida delle Società Anestesiologiche allegate all'esposto che ribadirebbero la «caratteristica del Propofol di indurre livelli di sedazione profonda tali da inficiare la protezione delle vie aeree, con conseguente necessità di raggiungere livelli avanzati di competenza rianimatoria».
Il cinquantenne ha spiegato ai carabinieri che si stanno occupando delle indagini come sia stato sottoposto a questa endoscopia rettale in seguito a delle complicazioni dovute a un primo intervento. E come nel corso dell'esame endoscopico si è verificata una «desaturazione importante» (quindi un livello di ossigeno del sangue molto basso) per cui il gastroenterologo è stato «costretto a interrompere la procedura e ad attivare il servizio di rianimazione interna». E l'uomo è rimasto ricoverato in quel reparto qualche giorno, prima di essere trasferito in Chirurgia d'urgenza, dove è stata ricontrata la polmonite «che ritengo sia stata causata dall'utilizzo del medicinale Propofol senza aver preventivamente eseguito le attività preparatorie finalizzate ad evitare l'ingresso dei succhi biliari all'interno dei polmoni».