PERUGIA - Tratti pedonali dove spuntano siringhe a terra, porte e monumenti mai puliti dal guano dei piccioni e pure angoli di città scambiati come pattumiere. Il sole degli ultimi giorni fa crescere il numero di persone in strada e, fra una passeggiata e l’altra, tornano a spuntare numerose le segnalazioni sul degrado. Su tutte spicca quella, fatta proprio in questi giorni, relativa alla zona pedonale tra viale San Domenico e via del Cortone. Un mese fa era stata segnalata, anche attraverso queste colonne, la presenza di siringhe usate a terra. Alcune ancora con l’ago sporco di sangue. Un campanello di allarme che si accompagna ad un via vai poco rassicurante, che si verificherebbe, stando alle testimonianze di chi abita in zona o comunque ci passa frequentemente, soprattutto di sera. Ad aggravare la situazione c’è il fatto che nonostante le segnalazioni, quelle siringhe sono rimaste lì. Una situazione di evidente degrado che si verifica, purtroppo, anche in altre zone della città nonostante i servizi di pulizia previsti per questo tipo di situazioni.
Altra zona, altri problemi. Come quello che interessa, ad esempio, l’arco della Mandorla a porta Eburnea. Lì continuano a ripetersi gli appelli salva decoro, messo a dura prova dal guano dei piccioni che, per la presenza continua, sporcano la zona.
Capitolo rifiuti. Tante segnalazioni anche sul fronte degli abbandoni di rifiuti, più o meno grandi, a fianco dei cassonetti della raccolta differenziata. San Sisto e Ponte San Giovanni sono sempre in cima alla lista delle segnalazioni, ma ci sono tantissime aree della città dove spunta di tutto. Resta irrisolto, nonostante gli appelli, il caso della strada che collega San Marco e Cenerente. A margine delle corsie c’è di tutto, probabilmente piccoli rifiuti gettati dal finestrino dagli automobilisti in transito. Come speso accade, anche in occasione del taglio dell’erba i rifiuti restano a terra, finendo oltretutto in pezzi. Uno sfregio bello e buono per l’ambiente. Tornando agli abbandoni veri e propri, nuovi casi segnalati nella zona che si estende dall’Oscano, in strada della Forcella, fin verso Montenero.