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Perugia, danni al cuore artificiale
Paziente salvato con nuova tecnica
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Lunedì 13 Marzo 2017, 13:25 - Ultimo aggiornamento: 20:02
PERUGIA - Un pensionato perugino di 65 anni, che fra due mesi festeggerà il secondo anniversario da quando gli è stato applicato un cuore artificiale. Un percorso non sempre spianato, infatti ad inizio del 2017 il sofisticato apparecchio ha iniziato a svolgere solo in parte una corretta attività. «A metà di gennaio di quest’anno- è Franco che racconta , dopo l’ultimo controllo effettuato dai sanitari del Santa Maria della Misericordia- mi sono svegliato dal sonnellino pomeridiano e ho sentito che l’apparecchio emetteva un suono strano. In ospedale i medici hanno subito confermato che si trattava di un coagulo che impedica alla turbina di pompare correttamente». In letteratura simili complicanze sono ricorrenti e vengono proposte due soluzioni : quella della sostituzione dell’apparecchio, in pratica un nuovo intervento cardiochirurgico, come spiega in una nota dell’ufficio stampa dell’Azienda Ospedaliera di Perugia il professore Temistocle Ragni -, oppure una terapia endovenosa per sciogliere il coagulo, con elevate possibilità di complicazioni emorragiche. “«Grazie alla attività di professionisti di più discipline (cardiochirurgia, cardioanestesia, cardiologia emodinamica e Medicina interna e vascolare )- aggiunge il professor Ragni- è stata tentata una terza soluzione, valutata al momento con una probabilità più alta di rimuovere il trombo che si era formato. Si è trattato di una tecnica innovativa, mai adottata in situazioni analoghe , è stato iniettato un farmaco trombolitico direttamente nel ventricolo, e specificatamente nella stessa turbina , con l’aiuto di un catetere». La tecnica messa a punto dal gruppo multidisciplinare coordinato dal Dr. Isidoro Di Bella, ha così permesso al cuore artificiale di riprendere tutte le sue funzioni. «In questo fase di convalescenza , mi sottopongo ai controlli ogni dieci giorni ; la situazione è tornata come quella prima della crisi . Appena dimesso - racconta il paziente - ho ripreso a passeggiare in compagnia del mio cane. I motori hanno scandito gli anni della mia vita lavorativa, più di 40 a guidare camion e autobus ; la tecnologia mi ha regalato gioie e dolori, vista la fatica accumulata, ma ora proprio un motore mi ha fatto tornare a nuova vita».