Perugia, la Corte dei Conti chiede i danni all'ex primario: mazzette intascate per confermare un contratto con l'Università. «Appignani paghi 30mila euro»

Il presidente della sezione giurisdizionale della Corte dei Conti Piero Carlo Floreani
di Luca Benedetti
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Venerdì 17 Febbraio 2023, 00:10
La Procura regionale della Corte dei Conti chiede 30mila euro di danno erariale al professor Antonino Appignani, ex primario di Chirurgia pediatrica al Santa Maria della Misericordia di Perugia finito agli arresti domiciliari nel maggio del 2017 per una brutta storia di mazzette. La richiesta della magistratura contabile, l’inchiesta è del sostituto procuratore regionale Enrico Amante, è legata al danno all’immagine (presunto) patito dall’ospedale perugino e dall’Università per il comportamento del professionista.
Nell’udienza davanti al collegio presieduto da Piero Carlo Floreani, Appignani, assistito dagli avvocati Ettore Grenci e Mattia Maso, ha chiesto di patteggiare. Nel corso dell’udienza le parti si sono confrontate sulla congruità del risarcimento. La richiesta di patteggiamento, se c’è il parere favorevole della procura contabile, può portare al pagamento di una somma non superiore al cinquanta per cento della pretesa risarcitoria contenuta nell’atto di citazione. 
Appignani venne arrestato(finì per un periodo ai domiciliari) nell’ambito di un’inchiesta dei carabinieri della Compagnia di Assisi comandanti, all’epoca dei fatti, dal maggiore Marco Vetrulli. Secondo l’iniziale ipotesi accusatoria (il pm che aveva coordinato l’indagine è Mario Formisano) Appignani doveva rispondere di corruzione e concussione. Corruzione caduta al momento di patteggiare la pena.
Il motivo di un’accusa così grave? Il prof aveva chiesto soldi ad Alfredo Garzi, professore aggregato all’Università di Salerno per la collaborazione in essere con l’Università di Perugia. Soldi che servivano per confermare la collaborazione. Insomma, c’è chi doveva pagare per lavorare. 
Appignani si è sempre difeso. Ma la Procura ha tirato dritto con le prove messe insieme tra registrazioni, video e mail, per chiudere le indagini senza spostarsi di un millimetro dalle accuse iniziali. E quelle carte dell’inchiesta sono state la base con cui la Procura regionale della Corte dei Conti ha messo in fila il danno erariale da contestare al professore. Cioè i trentamila euro per un danno all’immagine con cui risarcire sia il Santa Maria della Misericordia che l’Università. 
Le accuse della procura della Repubblica spiegavano così la posizione di Antonino Appignani: «...quale professore ordinario presso la facoltà di Medicina dell’Università di Perugia, nonché direttore della struttura complessa di Chirurgia Pediatrica dell’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia, abusando delle sue qualità o dei suoi poteri, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, costringeva il prof Garzi Alfredo, professore aggregato presso l’Università di Salerno a consegnarli la somma di 12mila euro, prospettandogli che senza tale corresponsione, non avrebbe acconsentito a che la persona offesa collaborasse con l’Università di Perugia». Ma la procura, nel tirare la linea della conclusione delle indagini contestava ad Appignani anche un altra mazzetta di tremila euro sempre chiesta a Garzi, episodio che ha fatto scattare l’arresto dell’ex direttore della clinica di Chirurgia pediatrica. Fu proprio Garzi a denunciare tutto ai carabinieri e a far scattare l’arresto avvenuto in uno degli ascensori dell’ospedale.
Nel corso del procedimento per Appignani è stata cancellata la corruzione (c’è stata l’archiviazione perché l’accusa non è stata ritenuta fondata) e l’ex primario ha patteggiato una pena di due anni in sede penale con un risarcimento in favore della parte lesa di 55mila euro. La stessa strada che ha percorso in sede penale, cioè quella del patteggiamento, Appignani l’ha seguita in sede di procedimento contabile con il collegio che si è riservato di decidere.
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