«Grifo, ti restituirò il sorriso». La promessa di Baldini per rilanciare il Perugia

Francesco Baldini
di Antonello Ferroni
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Venerdì 28 Luglio 2023, 09:05

Se qualcuno avesse ancora dei dubbi sui motivi della scelta di Francesco Baldini, la presentazione del nuovo tecnico del Perugia li ha abbondantemente fugati. Tosto, “di marmo” come si definisce lo stesso 49enne tecnico di Massa, schietto a costo di farsi male, portatore del verbo del 4-3-3 e di un calcio propositivo e identitario, l’ex difensore ed ex grifone è un tecnico dalle spalle larghe capace di resistere nelle tempeste, proprio quello che serviva in questa estate di attese e di costruzione senza certezze. E spesso chi a Perugia è partito con questi presupposti è andato lontano. “Io e il Perugia ci siamo scelti” ha esordito, affiancato da Jacopo Giugliarelli che lo accompagnerà alla guida, giovane navigatore d’esperienza, perugino di valori e dalle solide certezze che tanto ricorda per serietà e determinazione il Goretti prima maniera (sì, anche se non è stato come lui un grande giocatore). “A Perugia ho detto sì sin dalla prima telefonata – è stato l’incipit -. Volevo tornare in questo ambiente dove sono già stato da calciatore a fine carriera, dove ritrovo volti di un tempo e una piazza storica. Non c'ho pensato mezza volta. Per me la cosa più importante è l'attaccamento così come l'identità. Poi c'è un'idea di calcio, la voglia di andare sempre a cercare di rubare palla, di essere propositivi e non distruttivi, di dominare il gioco che ho modificato negli anni mantenendone le fondamenta. Il mio lavoro iniziale è stato soprattutto cambiare l'espressione del volto triste dei reduci dallo scorso anno e credo che pian piano ci stiamo riuscendo. Non c'è calcio se non c'è divertimento in allenamento e in partita, poi ci si diverte sempre quando fai le cose seriamente. Sono parole di Velasco".

Proprio il senso di appartenenza è e sarà il filo conduttore delle scelte. «Voglio che chi veste questa maglia non abbia il minimo dubbio, altrimenti è giusto che se ne vada come hanno fatto Sgarbi e Casasola, voglio gente pronta a morire in campo per il Perugia.

Quanto alle difficoltà ambientali, alla contestazione, all'indecisione sulla categoria, alla trattativa di cessione, sappiate che non avrei mai fatto questa scelta se avessi pensato a queste cose. Non mi spaventa il dover aspettare lavorando tanto per far tornare questa squadra ad essere protagonista. Abbiamo idee sia per la B che per la C, sperando nella prima opzione. La sintonia con Jacopo è stata subito importante, è venuto a casa mia e posso dire di aver trovato un uno stakanovista come me, insieme daremo il massimo per far tornare la gente al Curi e farla divertire. Io sono un amante del calcio, appassionato di quel rettangolo verde, uno che sta facendo una gavetta importante, che ha una grande voglia di far bene in un ambiente che ha tanto sofferto. Domani nella partitella dividerò i giovani dai più esperti, perché voglio che questi ultimi sentano il fiato sul collo di chi vuole rubargli il posto, questo è il mio modo di lavorare. Santopadre? Mi piacciono le persone schiette, sono sicuro che avremo da discutere ma ho di fronte una persona vera. Una volta buttai fuori dallo spogliatoio l'attuale presidente del Sestri Levante, con lui ci sentiamo ancora. Ho bisogno di persone del genere, amo il confronto, non sono semplice da gestire ma sono lo stesso che accettò Catania senza sapere se si sarebbe iscritto oppure che allenò il Trapani poi fallito».

Eccolo, Francesco Baldini. Che alla fine spiazza tutti sulla possibile parentela con il collega Silvio e chiosa: “Siamo entrambi originari di Resceto, un paesino storico in provincia di Massa di 150 anime e dove quasi tutti si chiamano Baldini. Abbiamo tante cose in comune. Se conosco la storia del Perugia? Penso di essere stato scelto anche per questo…”. Bentornato, gladiatore

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