Omicidio Samuele De Paoli, il giudice dispone una nuova perizia

Il luogo dove è stato trovato in cadavere di Samuele
di Enzo Beretta
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Giovedì 16 Marzo 2023, 07:32 - Ultimo aggiornamento: 07:34
Una nuova perizia medico legale è stata disposta dal giudice Piercarlo Frabotta dinanzi al quale è iniziato ieri il processo con rito abbreviato per la transessuale brasiliana Hudson Pinheiro Reis Duarte accusata dell’omicidio preterintenzionale del giovane Samuele De Paoli avvenuto a Sant’Andrea delle Fratte nell’aprile 2021. Il giudice per l’udienza preliminare di Perugia ha deciso di incaricare il medico legale Vittorio Fineschi reputando «necessaria una perizia» sulle «cause e i mezzi di soccorso», sulla «lesività riportata dal soggetto a seguito della colluttazione e se la stessa sia causa del decesso». L’esperto, ordinario dell’Università degli Studi di Roma ‘La Sapienza’, riceverà l’incarico il 5 aprile: nel quesito il gup chiede conto anche delle «concentrazioni delle sostanze esogene rinvenute nei tessuti e nei liquidi del soggetto», per comprendere se «abbiano avuto un ruolo causale ai fini dell’exitus dello stesso». Per la prima volta in aula si sono incrociate l’imputata e la mamma di Samuele, Sonia Sorbelli, convinta che ancora ci sia molto da scoprire sul delitto: «È duro stare qui ma dovevo esserci, per Samuele, perché la verità deve venire a galla. E sono sicura che verrà fuori, me lo sento». Solo all’esito dell’esame medico legale Frabotta deciderà se disporre, come chiede la parte civile, nuovi accertamenti sui reperti trovati nella Fiat Panda rossa della vittima e alcuni profili di Dna non ancora analizzati. «Ci auguriamo che venganio fatti in questa sede - dice l’avvocato romano Marilena Mecchi che assiste i familiari di Samuele -. Se non verranno fatti in questa sede ho preannunciato che comunque faremoi altre azioni». Il legale dell’imputata, l’avvocato Francesco Gatti, dal canto suo non si dice spaventato dalla nuova perizia: «Abbiamo motivo di ritenere che le conclusioni del professor Fineschi non potranno discostarsi da quelle cui sono giunti i tre consulenti della Procura, Bacci, Scalise Pantuso e dalla tossicologa Melai. La mia cliente Patrizia ha affrontato il processo con un po’ di emozione ma con grande serietà e rispetto per il tribunale e tutti i soggetti coinvolti». Scegliendo il rito abbreviato Patrizia, il nome d’arte della transessuale, non potrà dunque fornire prove a sua discolpa, come ad esempio, presentare dei testimoni: verrà giudicata sulla base delle prove raccolte dalla pubblica accusa, in questo caso rappresentata dal procuratore generale Sergio Sottani che ha avocato a sé il fascicolo di indagine quando la Procura ordinaria aveva chiesto l'archiviazione.
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