Morte di Samuele De Paoli, la perizia che aiuta la difesa e «il paese delle mezze verità»

Glli striscioni fuori dal tribunale per Samuele De Paoli
di Egle Priolo
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Giovedì 13 Luglio 2023, 09:38

PERUGIA - Una compressione di «modesta entità», con la lesione a quei cinque millimetri di glomo carotideo che hanno provocato una scarsa fuoriuscita di sangue. Gli effetti già «potenzialmente» letali dell'abuso di cocaina, nessun segno di soffocamento risultante neanche dagli esami istologici e ferite, oltre ad alcune strisciate sul collo, unicamente da attacco. In un'ora di esposizione e un'altra di risposte alle domande di procuratore generale, parte civile e difesa, i professori Vittorio Fineschi e Aniello Maiese hanno ribadito davanti al giudice Piercarlo Frabotta i risultati della loro perizia sulla morte di Samuele De Paoli.

Morte avvenuta nell'aprile del 2021 e per cui è accusata di omicidio preterintenzionale la 45enne brasiliana Hudson Pinheiro Reis Duarte, transessuale nota come Patrizia, dopo l'avocazione delle indagini del procuratore generale Sergio Sottani, che a novembre ha cancellato con un colpo di spugna la richiesta di archiviazione avanzata dal procuratore Raffaele Cantone. Il pg, infatti, ha deciso di voler approfondire le cause del decesso del 24enne, scegliendo di scandagliare ulteriormente la dinamica dei fatti (la lite, la lotta, la morte di Samuele fino al ritrovamento del suo cadavere in un fosso a Sant'Andrea delle Fratte) per non lasciare spazio ad alcun dubbio. Cercando conferma o smentita anche dell'ipotesi che Patrizia avesse altre possibilità per scappare dall'aggressione di Samuele senza quella stretta al collo che ha causato la morte del giovane. La famiglia di Samuele, con momenti di grossa tensione dentro e fuori dall'aula, assistita dall'avvocato Marilena Mecchi ha riproposto l'ipotesi che nel decesso del 24enne siano intervenute altre persone, ma questo eventuale accertamento andrà affrontato in altra sede.
Resta comunque il dubbio sulla versione fornita da Patrizia sulla furibonda lite avvenuta prima dentro e poi fuori la macchina, dove lei avrebbe lasciato Samuele ancora in vita ma chiedendole aiuto, da cui l'accusa di omissione di soccorso.

Secondo Fineschi e Maiese, invece, alcuni elementi – compreso il sangue della 45enne in auto e le sue ferite da schiacciamento – supporterebbero l'ipotesi che tutto sia accaduto all'interno della vettura. In ogni caso, «la conferma delle conclusioni da parte dei periti» ha commentato Francesco Gatti, legale della 45enne, «ci rende soddisfatti, in considerazione della ormai evidente azione difensiva da parte di Patrizia, la modesta forza usata dalla medesima nell’afferramento del collo di De Paoli e la morte definita subitanea da Fineschi e Maiese a seguito della compressione del glomo carotideo, fatto in cui ha giocato un ruolo rilevantissimo e decisivo l’assunzione in dosi elevate di cocaina da parte di De Paoli». Tutto, mentre fuori dal tribunale familiari e amici hanno allestito una protesta con tanto di striscioni: «Nato e morto qua, nel paese delle mezze verità». Di sicuro quella processuale arriverà il prossimo 28 settembre, con la discussione e la decisione.

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