Perugia, i telefoni della mafia per trafficare cocaina

Perugia, i telefoni della mafia per trafficare cocaina
di Michele Milletti
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Sabato 24 Giugno 2023, 07:10
PERUGIA - EncroChat. Ovvero, i social delle mafie e delle organizzazioni criminali. Social e telefonini. Una rete che permette non solo di avere telefoni criptati, “criptotelefoni” modificati nel software e nell’hardware e fin qui quasi impossibili da rintracciare, ma anche di avere piattaforme e server su cui farli funzionare. Dispositivi venduti a oltre mille euro.
Ebbene, un modello di telefonino dei mafiosi (dal momento che è molto utilizzato dalle organizzazioni criminali e in particolare da chi muove i fili) è stato ritrovato nella notte tra giovedì e venerdì lungo la E45 nella Bmw di un albanese che “filava” a tutto gas in direzione Perugia. Dove effettivamente risiede. E dove non è mai arrivato perché non è passato inosservato alle pattuglie del Nucleo di polizia economico finanziaria, diretta a livello provinciale dal colonnello Antonella Casazza, che lo hanno intercettato e bloccato all’altezza dello svincolo di Torgiano.
Notevole, si racconta, è stata la sorpresa dei militari nel vedere questo telefono tra i dispositivi in uso al giovane albanese, e i motivi di questo possesso sono stati spiegati qualche istante dopo quando è spuntato oltre un chilo di cocaina.
LA RICOSTRUZIONE
Nel corso dei servizi finalizzati a contrastare il fenomeno dei traffici illeciti anche sulle principali arterie di percorrenza stradale della provincia, i finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria hanno rinvenuto, con l’ausilio di due unità cinofile, la droga che, al dettaglio, avrebbe potuto fruttare circa 100 mila euro. Ma anche di più. Dal momento che l’effettivo quantitativo che poi sarebbe finito sulle strade cittadine per lo sballo del fine settimana sarebbe dipeso da quante volte quel chilo sarebbe stato “tagliato”. Non è da escludere che l’albanese finito in manette, dopo essere rientrato nell’appartamento perugino in cui doveva nascondere la cocaina, potesse arrivare a fabbricare anche 2000-2500 dosi.
Le fiamme gialle hanno recuperato anche 490 euro e due telefoni cellulari, di cui uno come detto «criptato», usato per comunicazioni non intercettabili. La guardia di finanza sottolinea che l’operazione «è il risultato del potenziamento delle attività di contrasto allo spaccio, con l’intensificazione dei controlli sempre in costante sinergia con le altre forze di polizia e con il coordinamento dell’autorità prefettizia, lungo le vie più importanti di comunicazione, stazioni ferroviarie, aree di parcheggio e luoghi di ritrovo».
LA PROVENIENZA 
Altro elemento al vaglio è la provenienza del trafficante e dunque della droga. Se infatti gli albanesi notoriamente a Perugia e in Umbria di fatto hanno una posizione di preminenza proprio per quanto riguarda l’import della cocaina e la vendita, non pare improbabile come nel tempo siano entrati in contatto con la criminalità organizzata italiana (specie la ‘ndrangheta) per quanto riguarda l’approvvigionamento. Di sicuro il trafficante (a Perugia dal 2010) rientrava da fuori regione. E quel criptofonino potrebbe aprire scenari notevoli.
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