Gualdo Tadino, macellaio schiacciato da un toro al mattatoio: ha rischiato la vita

Il tribunale di via XIV Settembre
di Enzo Beretta
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Venerdì 22 Settembre 2023, 07:05

Un operaio del macello comunale di San Lazzaro a Gualdo Tadino è rimasto schiacciato da un toro al mattatoio. Ha rischiato di morire. Il fatto è avvenuto l’11 gennaio 2021. Oggi con l’accusa di lesioni gravi si ritrova sotto processo il datore di lavoro, un gualdese di 34 anni, titolare della ditta concessionaria del servizio di gestione del mattatoio comunale. Hanno ricostruito le indagini del pubblico ministero di Perugia, Massimo Casucci: «Mentre il lavoratore si accingeva alle operazioni di sollevamento di un bovino veniva improvvisamente colpito al capo dal gancio metallico con mezzena di toro che precipitavano da un’altezza di circa tre metri». L'imputato viene ritenuto responsabile di ave «cagionato per colpa al lavoratore, operaio addetto alla linea di produzione del mattatoio, lesioni personali gravi dalle quali derivava un concreto pericolo di vita, con necessità urgente di ricovero in terapia intensiva e di intervento chirurgico di cranioplastica».

I referti medici parlavano di un trauma cranico maggiore con frattura della teca cranica ed ematoma orbitario, quindi di una malattia di 245 giorni con «indebolimento permanente delle funzioni primarie (esiti anatomofunzionali neurologici) e riconoscimento di una rendita Inail per invalidità civile del 23%». Il pm lamenta all’imputato «colpa consistita in negligenza, imprudenza e imperizia, nonché nell’inosservanza di norme preposte alla prevenzione degli infortuni sul lavoro». 

L'imputato - stando alla ricostruzione dell’incidente - viene accusato di aver «messo a disposizione del lavoratore, nella linea di macellazione, un’attrezzatura non conforme ai requisiti in quanto l’organio di presa era difforme da quello previsto e certificato dal costruttore».

Si parla in particolare di un paranco elettrico, ossia un apparecchio destinato al sollevamento di pesi. Secondo la Procura «il gancio di sollevamento al momento dell’infortunio risultava sostituito da n altro organo di presa, con sistema di chiusura e apertura manuale funzionale al ciclo produttivo». All’imputato viene contestata l’aggravante della «violazione delle norme in materia antinfortunistica e dall’aver cagionato una malattia grave» al dipendente. Agli accertamenti hanno preso parte i tecnici della Usl Umbria 1 dell’Alto Chiascio - Gubbio. Nel processo in corso dinanzi al giudice Annarita Cataldo l’operaio parte civile è assistito dall’avvocato Maria Pia Castellani. Il gualdese imputato viene difeso in questo procedimento penale dall’avvocato Claudio Cimato.

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