«Riaccendete la "Lancia di luce"». In tantissimi firmano la petizione: consegnata al sindaco Latini

«Riaccendete la "Lancia di luce"». In tantissimi firmano la petizione: consegnata al sindaco Latini
di Vanna Ugolini
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Martedì 29 Dicembre 2020, 09:23 - Ultimo aggiornamento: 09:32

Riaccendere la "Lancia di Luce", la scultura di Arnaldo Pomodoro che è uno dei simboli di Terni. La polemica è nata l'8 dicembre, quando i riflettori che illuminano la scultura che svetta contro il cielo, sono stati spenti e sulla superficie del monumento, conosciuto anche come Obelisco, è stata proiettato un "effetto neve" natalizio. La cosa non è piaciuta a Giorgio Finocchio, figlio di Mario, uno dei progettisti della scultura, che contribuì alla realizzazione insieme all'artista che la disegnò, e alla moglie Francesca Capitani. 

Per questo Finocchio e Capitani hanno realizzato una raccolta di firme on line perchè vengano riaccese le luci sulla scultura. E' vero che altri monumenti sono diventati "sfondo" per la proiezione di video natalizi, ma in questo caso la luce fa parte del monumento stesso. 

In una decina di giorni Finocchio e Capitani hanno raccolto quasi 500 firme che, prima di Natale, sono state consegnate al sindaco di Terni, Leonardo Latini.

Tra i firmatari anche molti operai delle acciaierie ternane, che diedero il loro contributo alla complessa realizzazione dell' obelisco. 

Questo il testo della petizione: L’accensione delle luminarie a Terni ha comportato il contemporaneo spegnimento della Lancia di Luce, l’obelisco realizzato da Arnaldo Pomodoro.

Tale fatto ha comportato un grave snaturamento e deturpamento dell’opera, sia da un punto di vista oggettivo, il nome stesso dell’opera è un richiamo alla luce, sia da un punto di vista squisitamente culturale, laddove la specifica illuminazione consente una visione e un’interpretazione corretta della stessa.

Ricordiamo che l’attuale illuminazione, cioè quella presente prima dell’8 dicembre, è stata realizzata nel 2015, in occasione del ventennale dell’obelisco, con la collaborazione fattiva tra Asm, Federmanager Terni e Comune di Terni, sotto la supervisione del maestro Arnaldo Pomodoro, che scelse l’illuminazione più congeniale a fronte dei vari progetti predisposti. In quell’occasione è stata apposta nell’aiuola che circonda l’opera, anche una piccola targa commemorativa. Quindi, proprio nel 2015, anche grazie alle nuove possibilità aperte in campo illuminotecnico, si completò effettivamente l’opera che fino ad allora era stata sì illuminata, ma con una illuminazione soft e non confacente al progetto originale. La posa della nuova illuminazione fu accompagnata da un convegno e da una mostra svoltasi al Caos.

Siamo consapevoli che, a fronte dei problemi che ogni giorno la città deve affrontare, il ripristino dell’illuminazione non è certamente una priorità. È altresì certo, che la stessa opera ha, per i cittadini ternani e non solo, un’alta valenza culturale, simbolica ed identitaria. Racchiusa in essa c’è la storia stessa del Novecento ternano, una storia di successi, di fatiche, di lavoro, di speranze, in un percorso di crescita collettiva, sia sociale che economica, che ha fatto grande la nostra città agli occhi del mondo intero.

L’importanza dell’opera risiede nel fatto che la stessa città ne riconosce unitariamente i connotati identitari e la bellezza. A riprova di ciò, tra l’altro, rammentiamo che il percorso progettuale e di realizzazione della Lancia di Luce, che si è snodato negli anni 1984-1995, ha attraversato governi con diverse connotazioni politiche.

Per tali motivi, sotto le numerose sollecitazioni arrivate da più parti, abbiamo inteso lanciare una petizione sul sito change.org che ha raggiunto, nel giro di pochi giorni, 433 firme, 559 condivisioni e 4679 visualizzazioni. 

Chiediamo, in buona sostanza, che l’opera sia ripristinata velocemente nella sua forma artistica originale, che le nostre indicazioni siano prese nella dovuta considerazione anche in relazione alle scelte del prossimo futuro, che la Lancia di Luce, trasformata in questi giorni, con un’azione quantomeno frettolosa e superficiale, in un albero di Natale semibuio, torni a svettare lucente, negli occhi e nelle menti dei cittadini ternani».

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