La nuova bottiglia dell'acqua della Sangemini torna verde

La nuova bottiglia dell'acqua della Sangemini torna verde
di Aurora Provantini
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Martedì 4 Aprile 2023, 09:36

SAN GEMINI La bottiglia dell'acqua Sangemini torna verde come il cuore d'Italia. E come era prima dell'arrivo di Ami. Una notizia che non inietta troppa fiducia negli ottanta lavoratori rimasti in forza presso gli stabilimenti di San Gemini e Acquasparta. Dopo l'approdo, nel 2014, della storica industria di acqua minerale nel gruppo Nordia Gaudianello (Ami) guidato dall'imprenditore Carlo Pessina che l'ha di fatto salvata dal fallimento, il clima non è mai stato disteso. Appena quattro anni dopo infatti, nel 2018, si apre una nuova vertenza che coinvolge 86 lavoratrici e lavoratori umbri. Si susseguono scioperi, sit in, incontri in Regione, lunghi periodi di cassaintegrazione, fino al ritorno al Mise nel 2020, alla richiesta di rincordato da parte di Ami, all'ok del tribunale di Milano, all'ingresso di Clessidra e Magnetar. Per i lavoratori dei siti di Sangemini e Amerino la tensione resta alta. Resta pane quotidiano. «Tornare alla storica bottiglia verde, simbolo dei tempi d'oro del marchio umbro è sicuramente importante, ma non è sufficiente» - dicono. Il restyling restituisce a tutte le bottiglie sia in plastica che in vetro, il colore identitario della Sangemini dopo che proprio Pessina le fece diventare trasparenti. Cambia anche l'etichetta, che torna simile a quella del passato e che sottolineava i benefici di un'acqua ricca di calcio «che fa crescere i bambini sani e belli». Michele Leone, Rsu Uila, auspica che «questo ritorno al passato della bottiglia chiesto da tempo da tutti i lavoratori possa costituire un nuovo inizio per il mercato dei nostri marchi». «Credo comunque che ci sia bisogno di una politica commerciale in grado di rilancare realmente la nostra acqua evidenzia Leone - essendo il vero valore aggiunto dei nostri stabilimenti, su un mercato che ha visto in passato strategie sbagliate. Il prossimo venerdì ci sarà una riunione tra il management, le organizzazioni sindacali e le Rsu di stabilimento. Il tavolo è aperto già da diversi mesi e verte su tematiche di riorganizzazione aziendale, ma è arrivata l'ora di fare il punto, di capire quale sia lo "stato dell'arte" in riferimento agli investimenti e al piano industriale. Il mantenimento occupazionale, il rilancio produttivo e la possibilità di non ricorrere ad istituti che farebbero perdere soldi ai lavoratori sono il nostro principale obiettivo, discusso e condiviso con tutti i lavoratori nelle varie assemblee». Sulla stessa linea Fabio Benedetti (Uila Umbria): «Crediamo nei prodotti dei nostri stabilimenti e nella loro potenzialità. Quello che serve è una nuova strategia commerciale che auspichiamo si stia mettendo in campo con i nuovi inserimenti manageriali fatti nei mesi scorsi». «I lavoratori degli stabilimenti di Sangemini e Amerino - conclude Benedetti - chiedono certezze e lavoro, venendo da anni difficili».
 

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