Amelia. L'artista Fiorenza Candelori: «Ho passato l'infanzia in un istituto, ora mi sento a casa creando presepi»

Amelia. L'artista Fiorenza Candelori: «Ho passato l'infanzia in un istituto, ora mi sento a casa creando presepi»
di Francesca Tomassini
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Lunedì 25 Dicembre 2023, 21:09 - Ultimo aggiornamento: 26 Dicembre, 11:53

AMELIA L'arte presepiale di Fiorenza Candelori in mostra a San Crispino. Fino al 7 gennaio, dalle 16 alle 20, sarà possibile visitare la chiesa e le scene create da questa presepista che ha trasformato in arte la sua passione di bambina. Tredici presepi in tutto, in cui si uniscono elementi della tradizione a spunti contemporanei soprattutto nelle ambientazioni.

 

«Io sono cresciuta in istituto (istituto femminile madre Francesca Peticca a Cesi ndr) - racconta lei stessa - ma sono sempre stata innamorata dell'atmosfera che si creava nei giorni in cui si faceva il presepe. Il fascino della storia e le ambientazioni. Da quando mi ricordo, ne ho sempre allestito uno». Una passione coltivata in privato, per se stessa prima e i familiari poi, fino al 2014. «Quando sono entrata a far parte dell'associazione Amici del Presepe di Terni, diretta dai maestri Paolo Falfari e Matteo Rossi. In quel periodo ho imparato la tecnica del diorama e mi si è aperto un mondo anche sui materiali, argilla, legno, poliuretano espanso». Da allora è stato tutto un susseguirsi di corsi, approfondimenti, mostre e premi. «Ho sempre cercato di spaziare. Nel 2015 - continua - ho frequentato un corso con il maestro presepista Sergio Valeri per la modellazione di figure presepistiche di argilla. Nel 2016 sono entrata a far parte dell'associazione Amici del Presepio di Penna in Teverina dove ho incontrato l'artista Divo Pettorossi con cui ho approfondito la tecnica del presepe rotondo». La svolta nel 2017 quando partecipa a Rieti al primo contest internazionale di arte presepiale "Il presepe, icona dell'incarnazione" dove si classifica seconda con "Presepe in falegnameria". «Ho pensato - spiega - a un anziano falegname, nel suo laboratorio, povero, che la vigilia di Natale tira fuori il suo presepe e lo allestisce sopra il banco di lavoro. Mentre lo fa, nel suo sguardo si accende di nuovo la speranza».

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Nel 2018 entra a far parte dell'associazione Amici del Presepio di Roma con il maestro Enrico Genovesi, uno dei maggiori presepisti italiani, dove perfeziona l'applicazione della prospettiva. «In generale - racconta ancora - scelgo spesso ambientazioni "in rovina". Ho creato presepi allestiti su ruderi, una chiesa terremotata, il carretto del robivecchi. Fra i più sofferti, ma di cui sono più orgogliosa, c'è quello della Bibbia, ispirato alla profezia di Michea. Un'anima si affaccia nelle pagine del libro e scruta quello che succederà». Un lavoro, quello della creazione di un presepe, che va avanti tutto l'anno. «Io lavoro in ospedale - chiude - ma ho allestito un laboratorio in casa.

 

Quest'anno - chiude - ho partecipato a un corso di cartapesta leccese con il maestro cartapestaio Dante Vincenzi. E' forse la tecnica che mi da più soddisfazione perchè permette di creare il movimento delle figure in modo più libero rispetto ad altre. Per questo Natale, ho realizzato tre scenografie che riguardano avvenimenti accaduti prima della Natività. L'Annunciazione, la visita di Maria a Elisabetta e l'annuncio dell'angelo ai pastori».


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