Terni, Ingegneria: la sfida dell'energia pulita

Terni, Ingegneria: la sfida dell'energia pulita
di Vanna Ugolini
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Venerdì 5 Luglio 2019, 13:13
TERNI E' nuovamente il paradosso che si ripete: l'università di Terni che raggiunge risultati importanti, che eccelle e vince finanziamenti per progetti innovativi ma che poi fatica trattenere gli studenti perchè le strutture e i servizi sono carenti o non ci sono per niente. Ieri era stato il professor Pietro Burrascano a uscire allo scoperto per rilanciare le potenzialità di un polo su cui il nuovo rettore Maurizio Oliviero sembra voler puntare di più. Oggi è il professor Federico Rossi, anche lui del dipartimento di Ingegneria, a spiegare il progetto del recupero di gas naturale su cui il Miur ha creduto e su cui investirà 800mila euro - «un progetto - ci tiene a sottolineare il direttore del polo, Nicola Avenia - che ha ricevuto il massimo punteggio e che sarà importante per tutto il Polo». «Il progetto, oltre al Polo scientifico ternano dell'Università di Perugia, coinvolge anche il Politecnico di Torino, l'Istituto nazionale di oceanografia e geofisica sperimentale di Trieste, e le Università di Camerino, Ferrara e Chieti - ha spiegato Rossi - coinvolge dunque molte discipline, ma il cuore dell'attività sarà qui a Pentima, dove un reattore simulerà le condizioni di un fondale marino». In cosa consiste questo progetto? «Quando si brucia metano si produce anidride carbonica. Noi proveremo ad estrarre metano dai fondali marini e a sostituirlo con anidride carbonica. In questo modo l'inquinamento che si produrrà sarà a somma zero». Facile a dirsi ma provarlo sarà un bell'impegno. Non è questa, però, la sfida che preoccupa maggiormente il professor Rossi. «Le risorse intellettuali ci sono, le idee ci sono. Quello che ci manca sono i servizi. La struttura in cui facciamo lezione è fatiscente. I ragazzi qui sono isolati: non ci sono servizi, non ci sono trasporti. Non una mensa, un luogo di aggregazione».
Si soffre della concorrenza di università vicine che riservano agli studenti un'accoglienza ben diversa ma con percorsi di studio non tutti all'altezza di quelli forniti a Terni. «Noi un progetto l'abbiamo preparato - dice Rossi - Non è detto che debba essere accolto il nostro ma non è possibile nemmeno essere lasciati in queste condizioni». Perchè anche l'ambiente esterno è favorevole alla crescita di questo polo. «Ci sono le aziende con cui collaborare. Già nel nostro piccoli facciamo scambi tra i nostri studenti, che vanno in acciaieria e gli ingegneri di Ast, che vengono a seguire alcuni corsi come uditori per il loro aggiornamento». Nel progetto di Rossi la sede di Ingegneria resta a Pentima «perchè ci sono dei laboratori straordinari che non è possibile spostare» ma quegli edifici che ricordano un'edilizia da regime «potrebbero diventare un campus in grado di ospitare anche Economia e, perchè no, pure il Briccialdi: abbiamo tutto. Aula magna, aule studi, campi da tennis, la palestra. E, appunto, laboratori di rilievo nazionale». Nel progetto è previsto anche uno spazio da dedicare alle aziende, interno all'università. Un vecchio sogno (anche di Simone Monotti, presidente dell'Ordine degli Ingegneri), quello di puntare a non fare di Terni l'università dei ternani ma di quelli che vogliono diventare dei bravi ingegneri (e medici, ed economisti, s'intende) magari con la possibilità di trovare in fretta un lavoro dopo la laurea. Non di quella dei fondi dati a pioggia: è di questa la progettazione che ha bisogno Terni.
 
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