In cinquemila a caccia del tartufo bianco. La passione strega anche i sedicenni. Trifole quotate 1500 euro al chilo

L' Altotevere è il comprensio dove si trovano i "pezzi" migliori

Giuliano Martinelli di Cna Agroalimentare Umbria
di Walter Rondoni
3 Minuti di Lettura
Giovedì 28 Settembre 2023, 06:30

CITTA’ DI CASTELLO «Un’emozione unica l’odore della terra quando inizi a scavare, l’adrenalina sale mano a mano che scopri: non sai mai se la trifola è piccolissima o molto grossa». Andrea Canuti, presidente dell’Associazione tartufai Altotevere, fa parte dell’esercito di appassionati che domenica ha aperto la stagione del “bianco”, prezioso e prelibatissimo tubero. Sono cinquemila nella regione, un migliaio nel comprensorio. Qui, dall’inizio dell’anno l’Afor, l’Agenzia forestale, ha rilasciato 38 nuovi tesserini: tra loro giovani dai 16 ai 25 anni e tre ragazze. «Personalmente ho riportato poco meno di cento grammi e non sono pochi, ma in genere non ci sono state cavate clamorose: molto scarse nel sud dell’Umbria, a macchia di leopardo dalle nostre parti». Assaggio di una stagione che «sembrerebbe ottima, di alta qualità, viste le precipitazioni». Adesso, c’è «attesa per il prossimo ciclo lunare, è lì che vedremo i miglioramenti», né manca la fiducia che «da metà ottobre a novembre sarà il periodo migliore». Sarà il momento di fissare il borsino del prezzo che oggi oscilla dai 1000 ai 1500 euro. «Avvio incoraggiante rispetto allo stesso periodo dello scorso anno: ancora la terrà è asciutta, ma qualche buco anche “marcio” e piccolo lascia intendere che sotto qualcosa ci sarà», conferma da Pietralunga Giuliano Martinelli, noto imprenditore del settore della tartuficoltura, presidente Cna Agroalimentare Umbria. «Come al solito, partenza con i prezzi alti, ma è risaputo che le primizie sono sempre ricercate e queste “perle” arrivano una volta l’anno, nelle prossime settimane troveremo tartufi di buona qualità che ci accompagneranno in tutte le mostre e le fiere dell’Altotevere».

LA STORIA

All’apertura, come accade da oltre mezzo secolo, non è mancata la “strana” coppia formata da Leo e Lorenzo Tanzi.

Leo è un grazioso cocker spaniel di 11 anni cui la malattia ha tolto la vista, non l’olfatto e la gioia di andare per boschi. Lorenzo Tanzi, 70 anni, insegnante tecnico pratico per le esercitazioni agrarie in pensione, esperto e divulgatore dell’affascinante mondo che ruota intorno alla “cerca”, non l’ha mai abbandonato. Gli è rimasto sempre accanto nella fase delicata di un necessario ed ulteriore intervento chirurgico. All’inizio la diagnosi di una patologia degenerativa della retina non curabile, quindi il progressivo peggioramento e la rimozione di entrambi i bulbi oculari. «Dopo i primi mesi di convalescenza Leo ha registrato evidenti segnali di miglioramento che gli hanno consentito di tornare il cane felice e scodinzolante di prima con tanta voglia di andare per boschi, naso all’ingiù», racconta Lorenzo, nel ricordare il ritrovamento, a luglio, di un “nero” da tre etti. «In quella circostanza, notando la coda dimenarsi senza sosta e la sua evidente felicità, ho capito di averlo ritrovato, ora non mi interessa quello che riesce a portare, mi interessa vederlo scodinzolante accanto a me», precisa, annunciando di aver trovato a Leo una compagna. Lara, splendida spinger spaniel, pronta a confrontarsi con lui. «Sono diventati amici inseparabili, Leo sarà per Lara un maestro di vita e di “mestiere”».

© RIPRODUZIONE RISERVATA