Perugia, hashish su Telegram: i pusher chiedevano ai clienti recensioni della droga

Perugia, hashish su Telegram: i pusher chiedevano ai clienti recensioni della droga
di Enzo Beretta
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Giovedì 27 Luglio 2023, 08:03
«Gli indagati hanno dimostrato di essere dediti pressoché esclusivamente al traffico e alla cessione degli stupefacenti, dal quale traggono in parte o in tutto il proprio sostentamento. Emerge uno stile di vita delittuoso finalizzato a procurarsi la droga e a rivenderla. Lo spessore criminale dell'associazione è testimoniato dall'entità dei sequestri effettuati, per oltre 57 chili. Quella posta in essere dai giovani indagati è una rete di collegamenti capillari all'interno della quale ciascun soggetto ha un proprio compito, sotto le direttive del promotore principale, affiancati da collaboratori più stretti e da altri partecipi che fungono anche da corrieri al dettaglio». È quanto scrive il gip Natalia Giubilei nell’ordinanza di custodia cautelare che ha portato all’arresto di otto giovani di Perugia e Castiglione del lago tra i 21 e i 27 anni: quattro in carcere, quattro ai domiciliari, quasi tutti accusati di «essersi associati al fine di acquistare, detenere e cedere ingenti quantitativi di hashish». «La sostanza analizzata - si legge negli atti giudiziari - risultava essere costituita da hashish per 51,4 chili e marijuana per 2,25 chili, il tutto per un principio attivo complessivo pari a 17,8 chili idonei al confezionamento di 591.203 dosi droganti». Le vendite avvenivano su un canale Telegram denominato «Doctor Terpz» trasformato in un negozio virtuale dove era possibile ordinare droga mantenendo l’anonimato. Cessioni sono avvenute tra l’Umbria, la Toscana e le Marche. «Offrire la possibilità di acquistare chili di stupefacente dà la misura della diffusività e pericolosità della compagine criminale». «Le vendite su Telegram - prosegue l'ordinanza - si rivolgono non solo ai singoli acquirenti ma anche ai ‘grossisti’ verso i quali si assicurano prezzi e trattamenti riservati. A tutti vengono richieste pubblicità e recensioni positive al fine di allargare il giro dei clienti e di farsi conoscere il più possibile». Il canale «risultava gestito da un bot, una sorta di risponditore automatico, un negozio virtuale nel quale i clienti in anonimato potevano effettuare un ordine, scegliendo la sostanza e il prezzo da un vero e proprio menu». L’indagine della sezione narcotici della squadra mobile di Perugia è iniziata nel settembre scorso con l’arresto di un 26enne con l’arresto di un 26enne che si è recato in una tabaccheria di Perugia per ricevere un pacco che il titolare dell’esercizio commerciale aveva «erroneamente aperto credendo di esserne il destinatario»: lì dentro c’erano 4,3 chili di ovuli di hashish appena arrivati dalla Spagna. 
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