Giovanni Fumu, il regista con Perugia nel cuore che conquista il mondo e aspetta l'Italia

Giovanni Fumu
di Mario Mariano
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Domenica 27 Agosto 2023, 17:00

Avevamo conosciuto Giovanni Fumu nel 2016 quando il suo cortometraggio "Good News", girato in Corea, era  stato selezionato al Festival di Venezia. Un debutto gratificante, ma di strada da fare ce ne era ancora tanta. Intanto la novità di questi anni è stato il passaggio dal cortometraggio al lungometraggio per continuare a crescere e trovare un posto nel grande cinema. «Il mio primo lungometraggio- racconta Giovanni Fumu- si intitola "Abroad", l'ho girato negli Stati Uniti, precisamente nel Nord del Minnesota al confine con il Canada e, sempre per mantenere il mio legame con la Corea, i due attori principali sono coreani». 

Semi sconosciuto in Italia, dove ha vissuto tra Perugia e Bologna,  dove ha frequentato i corsi per immergersi nel pianeta cinema, Fumu finalmente sta raccogliendo i frutti di tanto impegno lontano da casa. «Abroad- ricorda Fumu- ha avuto la sua prima mondiale in Corea nel mese di luglio  al Bucheon International Fantastic Film Festival che  rappresenta uno dei Festival cinematografici più seguiti in Corea ,considerato il festival di film di genere più importante d'Asia. Abroad è piaciuto e ha vinto due prem: quello del pubblico e quello per il miglior attore. Ho comunicato la notizia a Perugia e familiari ed amici mi hanno fatto festa a distanza». 

La passione non lo abbandona mai e si percepisce in un attimo e Il novello Pupi Avati dell’Umbria ricorda i tempi del debutto: «Fin dalla prima esperienza all’estero ho trovato nella condizione del viaggiatore una fonte di ispirazione per le mie pellicole. Ho avuto la fortuna di studiare cinema tra Bologna, Parigi e Praga, e questo mi ha permesso di imparare diverse lingue, aiutandomi a rafforzare la mia autostima. Sono così riuscito a girare cortometraggi in Thailandia, Corea, Giappone,  Inghilterra, sempre guidato dalla convinzione che il cinema sia una lingua universale che riesce ad abbattere differenze culturali e a creare  amicizie forti, al di là delle apparenti difficoltà di comunicazione». 

Non si nasce registi cinematografici, anche perché in casa si continua a parlare la lingua del diritto, con papà Giacomo magistrato di talento . «In famiglia-dice Fumu- mi hanno sempre incoraggiato a seguire le mie aspirazioni. Da adolescente volevo diventare un cestista professionista, ma presto ho capito che non ce l’avrei fatta. La poesia, la pittura neoclassica e le canzoni di Guccini mi hanno fatto crescere, così da incrementare il desiderio di :prendere una penna e scrivere storie a volte realistiche, altre volte del tutto immaginarie.

Fin dal liceo sapevo che avrei fatto della scrittura il mio lavoro e appena ho iniziato a studiare storia del cinema al Dams di Bologna, ho capito che ormai non potevo più tirarmi indietro. Prima di diventare un regista professionista, ho sempre lavorato con una telecamera e con un programma di montaggio, cercando di imparare il più possibile, perché un minimo di familiarità con ogni parte del processo, permette di essere più precisi e sicuri quando poi si deve comunicare con i vari reparti durante le varie fasi di una produzione».  

Quel “corto”  -Good News - ha fatto incetta di premi:, in Italia (miglior Film al Corto Dorico di Ancona tra tutti)  e in altri festival internazionali. Recensioni qualificate e  consensi degli addetti ai lavori hanno aiutato Fumu a passare al lungometraggio. Ha così scritto e diretto  “Abrod”, film prodotto da “37th Degree”, casa di produzione di New York. Il film è in coreano e in inglese, girato nel nord del Minnesota  con i due attori principali coreani, mentre tutto il resto del cast é americano.  Abroad , completato nel 2023, ha avuto la sua prima mondiale in Corea al Bucheon Fantastic Film Festival (Bifan), il festival di film di genere più importante d’Asia dove ha vinto il premio del pubblico e quello per il miglior attore protagonista (Seongbeom Jang).  

«Ricevere il premio del pubblico-commenta Fumu- in un festival così famoso  in Corea è stata per me motivo di gioia perché, fin dall’inizio del progetto, avevo l’ambizione di fare un film che potesse piacere ad una platea globale di spettatori. Adesso il film continuerà a partecipare ai festival più importanti al mondo e mi auguro che possa essere distribuito negli Stati Uniti e Corea e magari anche in Italia».  

Oramai torna a Perugia dopo lunghe assenze, con la nostalgia che si combatte  chiamando in aiuto i  sentimenti : «Il mio rapporto con Perugia e l’Italia é dolcissimo; riconoscente per la sensibilità artistica che ho ereditato crescendo e studiando. Fin da ragazzo ho amato film stranieri, e questo mi ha spinto a viaggiare. Poi ho scoperto che per me il cinema è strettamente connesso con l’esplorazione e sono  partito., anche se il sogno resta quello di girare un film a Perugia o in Sardegna dove sono cresciuto».  Se lo meriterebbe fin da subito. Magari restituirebbe qualche premio in cambio di un ciak  italiano.

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