Gestione del teatro sociale, scaduto il bando solo il 29 giugno verranno scoperte le carte

Gestione del teatro sociale, scaduto il bando solo il 29 giugno verranno scoperte le carte
di Francesca Tomassini
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Martedì 13 Giugno 2023, 09:23

AMELIA Teatro Sociale, scaduto il bando del Demanio, aperte le buste delle offerte per la gestione. Il 29 giugno prevista la seduta pubblica per l'aggiudicazione provvisoria. Città con il fiato sospeso. Intanto, è "caccia ai candidati". L'avviso da parte dell'Agenzia del Demanio, proprietaria del bene, era uscito a metà del dicembre scorso. Una chiamata a presentare un progetto per candidarsi alla gestione. Nove anni, la finestra di concessione in uso gratuito indicata dallo Stato, per tentare di riqualificare e riportare in vita questo piccolo gioiello settecentesco memoria di un passato fatto di eventi, spettacoli e festival e ormai da due anni chiuso. Un'aggiudicazione che potrebbe segnare il giro di boa su una lunghissima vicenda costellata di polemiche e colpi di scena. Tutto era cominciato nel 2004 quando la Società Teatrale, proprietaria dell'immobile, aveva sottoscritto un mutuo per importanti lavori di ristrutturazione.

Circa 700.000 euro, approvato all'unanimità. Dopo i primi anni in cui tutti i soci avevano pagato la propria parte però, erano iniziate le defezioni che avevano portato al tracollo economico del Teatro e a ben 8 sedute d'asta, tutte andate deserte.
Prima dell'ultima, la nona, nel 2020 si era assistito a una vera e propria mobilitazione cittadina. Amministrazione Comunale, Pro Loco, Ente Palio dei Colombi e una nutrita fetta della cittadinanza si erano riuniti ed avevano elaborato un piano d'azione per raccogliere la cifra necessaria (275mila euro) a partecipare all'asta e tentare di aggiudicarsi il teatro. Se l'acquisto fosse andato a buon fine, il comune l'avrebbe inserito nell'elenco dei beni indisponibili del patrimonio dell'ente.
A pochi giorni dalla seduta però, la Società Teatrale aveva trionfalmente annunciato di essere riuscita a salvare il proprio gioiello a seguito di un accordo con la Banca Nazionale del Lavoro che prevedeva il versamento, a saldo e stralcio del debito, di una congrua somma di denaro garantita dall'ingresso di nuovi componenti nella compagine sociale.
Ma qualcosa non ha funzionato, tanto che, trascorso il limite di sei mesi concesso dal giudice per chiudere la transazione, la procedura aveva ripreso il suo corso. A quel punto era entrato in scena l'imprenditore Antonio Tacconi che, con un'offerta di 414mila euro si era aggiudicato l'immobile. Un epilogo che aveva provocato una nuova mobilitazione, anche a livello istituzionale.
La stessa sindaca Laura Pernazza aveva scritto al ministro della cultura Dario Franceschini invocando l'esercizio del diritto di prelazione da parte del Mibact. Un appello che non è caduto nel vuoto. Con il provvedimento 488 del 19 maggio 2021 il teatro è diventato un bene pubblico, ad oggi, ancora in attesa di un nuovo gestore.
 

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