Terrorista tedesco arrestato a Perugia, nelle chat la rete dei sostenitori umbri

Maximilian Eder
di Michele Milletti
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Lunedì 19 Dicembre 2022, 07:31

La rete degli estremisti italiani e umbri. La rete dell’estremismo di estrema destra. Nomi e cognomi, simpatizzanti suprematisti «ingolositi» (per usare il temine di un investigatore) dal progetto di rovesciare il Parlamento tedesco con un golpe condotto da un commando armato. Questo è quanto gli inquirenti della procura guidata da Raffaele Cantone e gli investigatori della digos, diretti da Gianfranco Leva, potrebbero trovare nell’analisi delle chat social e dei messaggi via social che Maximilian Eder ha scambiato durante la settimana passata nell’albergo di Ponte San Giovanni. Controlli che saranno ovviamente possibili solo a seguito di contatti con la magistratura tedesca, dal momento che computer e device di Eder sono stati inviati in Germania per essere analizzati.
Il 64enne ex ufficiale delle forze speciali tedesche è in carcere dalle prime ore dello scorso 7 dicembre dopo essere stato arrestato dai poliziotti della Digos su richiesta della procura di Berlino che ha spiccato un mandato di cattura internazionale nei suoi confronti (e di un’altra persona in Austria) perché accusato di fare parte del gruppo di 25 persone che stavano progettando l’assalto al Parlamento tedesco. L’uomo, considerato appartenente al gruppo di estrema destra “Reichsburger”, era nell’albergo perugino da una settimana. Arrivato da Ancona, dopo essere sbarcato dalla Croazia, a bordo di un’auto condotta da un connazionale e in attesa di un altro connazionale che lo avrebbe ripreso a Perugia e riportato verso nord. Una delle ipotesi è che avesse scelto Perugia proprio per arrivare, attraverso la E45 e altre strade, ai confini con l’Austria cercando di incappare in meno controlli rispetto all’autostrada.
Nel corso di questa settimana, a quanto si apprende, Eder non sarebbe mai uscito dall’albergo rimanendo per lo più in camera molto probabilmente continuando la sua attività di proselitismo. E proprio questa attività in questa settimana potrebbe far emergere una rete di fiancheggiatori e sostenitori italiani e umbri. Attività su cui la procura perugina come detto ha acceso un faro.
«Ero in vacanza a Perugia, mi trovavo qui per un periodo di riposo e per svolgere alcune ricerche»: questo è quanto l’ex ufficiale ha detto lo scorso 9 dicembre in udienza al giudice Battistacci, al procuratore generale Sergio Sottani all’avvocato d’ufficio, Barbara Rosati (che si è avvalsa di un’interprete), prima di accusare un malore alla visione delle carte di indagine e di quanto gli viene contestato. Nei suoi confronti i procuratori tedeschi hanno dato il via alla procedura di estradizione.
Procedura che avrà un momento importante proprio oggi, quando sempre in Corte d’appello Eder comparirà per l’udienza relativa all’esecuzione del mandato di cattura internazionale.

Udienza propedeutica per valutare se ci sono i presupposti per dare parere positivo alla sua estradizione. In caso di parere positivo da parte della corte, l’ex ufficiale tedesco potrà impugnare il provvedimento e dunque presentare ricorso. Insomma, è molto probabile che i tempi della giustizia non permettano alle autorità tedesche di averlo in Germania prima dell’inizio dell’anno nuovo. «Avevamo chiesto una misura alternativa alla custodia in carcere - fa sapere l’avvocato Rosati - ma evidentemente il giudice ha disposto diversamente anche perché l’uomo non ha un domicilio fisso in Italia o comunque un punto d’appoggio».

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