Foligno, il vescovo Sorrentino: «Servono famiglie più unite. Le divisioni fanno soffrire i figli»

Monsignor Domenico Sorrentino vescovo delle diocesi di Assisi-Nocera-Gualdo e Foligno
di Giovanni Camirri
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Martedì 2 Aprile 2024, 08:30

«Serve più solidarietà, soprattutto nelle case dove c’è troppa divisione e la divisione causa sofferenze, soprattutto ai bambini sui quali si rischia di poggiare montagne di sofferenza». È il sunto di uno dei passaggi più profondi che il vescovo Domenico Sorrentino ha affidato ad un videomessaggio, pubblicato sui canali web della diocesi, in occasione degli auguri pasquali. Un messaggio che dura due minuti e 16 secondi densissimi di significati non solo spirituali che toccano scenari internazionali quelli familiari. Perché anche la famiglia può trasformarsi, a causa della «divisione» e della mancanza di «solidarietà», in un terreno di scontro che senza reciproco ascolto, senza un sorriso e senza perdono può diventare guerra. Ed anche in questi conflitti tra le mura domestiche chi rischia di portare pesi e conseguenze maggiori sono i più piccoli. 
I TEMI 
«Buona Pasqua – ha esordito monsignor Sorrentino - cari fratelli e sorelle, anzi una Pasqua felice, felice per tutti. È questo che vi auguro in un momento in cui questa parola felicità sembrerebbe proprio fuori luogo perché le cronache ci fanno ogni giorni vedere immagini di guerre di massacri di sangue. E diciamo pure: in mezzo a noi non mancano i problemi non ci mancano i problemi di salute i problemi economici, soprattutto i problemi della solidarietà che dovrebbe essere un po’ più grande, più intensa fra di noi a partire dalle case. Troppa divisione – prosegue il presule - e la divisione non ci fa bene. Nel nostro linguaggio spirituale-religioso il divisore per eccellenza è il diavolo. La parola “diabolos” significa appunto divisore». 
LA SOFFERENZA 
«Tante volte - sottolinea il vescovo - anche le nostre famiglie soffrono di questo e ne soffrono poi in particolare i bambini sui quali rischiamo di poggiar montagne di sofferenza di fatica, perché la divisione non è quello che da gioia al nostro cuore. Ci da gioia invece l’unità, diventare famiglia, stare insieme e starci bene, starci sorridendoci, aiutandoci l’un l’altro. È quello che ci dice Gesù, è per questo che abbiamo fatto un progetto per le nostre comunità diocesane di Assisi-Nocera-Gualdo e di Foligno. Il progetto lo abbiamo chiamato “Casa felice”, tutti abbiamo bisogno di felicità nelle nostre case e solo Gesù ce la può dare e a Pasqua noi contempliamo Gesù risorto: risorge per farci risorgere. Dunque, nessuna disperazione, abbiamo i nostri problemi? Mettiamoli nel cuore di Gesù e poi guardiamoci gli uni gli altri con fraternità, diamo un sorriso a tutti e – conclude monsignor Sorrentino - speriamo di riceverlo da tutti». 
IL PROGETTO
A spiegare in cosa consiste il progetto “casa felice”, riassunto in un opuscolo consegnato alle famiglie in occasione della benedizione delle case in vista della Pasqua appena trascorsa, è la stessa Diocesi. «Il nostro vescovo monsignor Domenico Sorrentino ha lanciato la proposta di rinnovamento pastorale per riportare la felicità nelle famiglie». 
«Purtroppo le nostre case – ha ricordato il vescovo spiegano l’iniziativa – sono abitate da tanta tristezza.

Le cause sono molteplici. In particolare ci influenzano i messaggi sbagliati che ci giungono attraverso la televisione e internet. Non manca in essi il bene, ma c’è anche tanto male. È un’aria viziata che respiriamo senza prenderne coscienza». «Il progetto – ribadiscono dalla Diocesi - si sviluppa in tre passi molto semplici, ma che richiedono perseveranza, fermezza e determinazione: la preghiera diocesana da recitare ogni giorno nelle case; un impegno di conoscenza del Vangelo; un incontro fraterno fra le case, in modo che, tra casa e casa, si possa gettare una rete di amicizia, di fiducia reciproca, di amore vissuto. E dopo? Per chi ha fatto questi tre passi, il cammino continua per rendere l’intera vita cristiana e, in particolare, la comunità parrocchiale, un’esperienza di famiglia: Chiesa come famiglia. Come la prima comunità cristiana “avevano un cuor solo e un’anima sola”. Utopia? No, concreta possibilità con la forza di Gesù». Un progetto, quello voluto dal vescovo Sorrentino e rilanciato dalla Diocesi che ha al centro la solidarietà che è l’elemento che, come nelle parole del presule, dovrebbe essere un po’ più grande, più intensa proprio a partire dalle case ciascuna delle quali è una micro comunità che diventa baluardo contro le divisioni e nell’unità tutela i bambini. 

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