Foligno, Centro Sociale Centro Storico: «Sono nate 15 coppie formate da anziani che prima erano soli»

Foligno, Centro Sociale Centro Storico: «Sono nate 15 coppie formate da anziani che prima erano soli»
di Giovanni Camirri
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Venerdì 22 Aprile 2022, 07:01

FOLIGNO - Anziani soli, con la socializzazione proposta dal Centro Sociale Centro Storico si sono formate 15 nuove coppie. È uno dei risultati che il sodalizio guidato da Pietro Mercuri è riuscito ad ottenere con l’attività portata avanti da tempo. E se da un lato ci sono importanti elementi positivi, dall’altro resta ancora tutto da capire quale sarà il futuro del Centro Sociale. Il problema ta nel fatto che la sede attuale, che si trova in via Oberdan all’interno della palazzina dove ha sede il “Centro Studi Città di Foligno” dovrà essere liberata entro l’estate. “Il Comun e – spiega Mercuri – ci ha proposto due alternative. La prima è un salone di 120 metri quadrati a Palazzo Candiotti, l’Altra un capannone a La Paciana. Ora se da un lato quella del Candiotti potrebbe essere una soluzione praticabile c’è da dire che non riesce a soddisfare le esigenze del Centro Sociale. Penso all’attività di ginnastica e a quella del ballo vero momento di condivisione per tanti anziani soli. Molto più complicata è l’opzione Paciana soprattutto dal punto di vista della sua raggiungibilità. Molti dei nostri soci sono anziani, vivono in centro e si spostano a piedi o in bicicletta e quindi per loro sarebbe – prosegue – impossibile raggiungere quel luogo.

Siamo, inoltre, i primi a ribadire che le attività universitarie, che necessitano di ulteriori spazi, debbano avere ciò di cui hanno bisogno. E per questo comprendiamo e condividiamo la necessità di liberare gli ambienti che oggi occupiamo come Centro Sociale nella palazzina del “Centro Studi Città di Foligno”. Parimenti, però, chiediamo anche che possa essere individuata una soluzione praticabile. Diversamente significherebbe la fine del Centro Sociale Centro Storico tra i più antichi dell’Umbria essendo nato, così come quello di Capro di Bevagna, nel 1983. Non chiediamo l’impossibile, ma ribadiamo la necessità di poter fruire di una sede adeguata. Abbiamo anche spostato, in via sperimentale, l’attività di ballo al Dopolavoro Ferroviario sperando di poter far fronte ai costi che questa opzione temporanea prevede. Per sottolineare ciò che facciamo e per sostenere la ricerca di una nuova sede, per la quale ci siamo attivati da tempo, abbiamo anche inviato al Comune una petizione sottoscritta da centinaia di firme. Se una svolta a questa vicenda non dovesse trovarsi ciò che accadrebbe – conclude Mercuri – è facilmente comprensibile: la fine di una storia di impegno e di socializzazione”.

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