Perugia, operazione dei carabinieri: 24 indagati per traffico di droga. La base in centro. I collegamenti con i Casalesi

Perugia, operazione dei carabinieri: 24 indagati per traffico di droga. La base in centro. I collegamenti con i Casalesi
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Lunedì 8 Aprile 2024, 07:22 - Ultimo aggiornamento: 10 Aprile, 20:48

Dalle prime luci dell’alba di lunedì è in corso una vasta operazione antidroga dei carabinieri del comando Provinciale di Perugia sia in città che nelle province di Caserta, Latina, Arezzo, Lucca, Pisa e Varese, in esecuzione di provvedimento cautelare, emesso dal gip del Tribunale di Perugia su richiesta della  Direzione Distrettuale Antimafia perugina, nei confronti di 24 persone indagate per associazione finalizzata al traffico, detenzione e spaccio di quantità ingenti di sostanze stupefacenti. 

Complessivament sono tredici gli arresti nel corso della vasta operazione anti-droga dei carabinieri del comando provinciale di Perugia. Il gip di Perugia ha disposto per 10 indagati la misura della custodia in carcere, per tre la misura degli arresti domiciliari e per altri la misura dell'obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria territorialmente competente. Sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al traffico, detenzione e spaccio di ingenti quantità di stupefacenti, in particolare eroina.

Come ricostruisce una nota del procuratore di Perugia Raffaele Cantone, le indagini, avviate nei primi mesi dello scorso anno, costituiscono l’ulteriore evoluzione di quelle concluse dal Nucleo investigativo perugino nei mesi di giugno e agosto del 2022 durante le quali erano state complessivamente raggiunte, tra provvedimenti cautelari e arresti in flagranza, 45 persone, sequestrati 24 kg di eroina e 150mila euro in contanti. Nel prosieguo del filone investigativo gli investigatori, dopo l’arresto di tre nigeriani eseguiti tra febbraio e marzo 2023 a Terontola (Arezzo) e Sinalunga (Siena) trovati in possesso di oltre 1,5 kg di eroina, sono riusciti ricostruire una presunta rete di connazionali, a Perugia, e cittadini italiani, in grado d’importare sul capoluogo umbro notevoli quantità di stupefacente dall’estero. Secondo quanto emerso dalle indagini, il gruppo usava come base logistica un’abitazione presa in affitto nel centro di Perugia dove sarebbero stati «stoccati» e «rivenduti», in pochi mesi, centinaia di chili di droga. 

Una volta ricevuto il carico di stupefacenti nell’immobile iniziava un vero e proprio «viavai» di altri connazionali che, a loro volta e con compiti ben definiti, acquistavano considerevoli quantità di droga che poi veniva venduta al dettaglio attraverso di decine di pusher.

Proprio l’impiego di questi ultimi, utilizzati anche come vettori, consentiva quotidianamente di alimentare le «piazze di spaccio» non solo dell’Umbria ma anche quelle della Toscana, delle Marche e della Campania. I corrieri nel tempo avevano adottato le più disparate tecniche per nascondere la droga: è stata trovata in fusti di detersivo, all’interno di confezioni sigillate di succhi di frutta, all’interno di pneumatici, tra la spesa di generi alimentari e poche volte sulla persona. In più circostanze è emerso anche il ricorso alla pericolosissima tecnica dell’impiego dei «corrieri ovulatori»: in un caso, addirittura, è stato monitorato un soggetto (poi arrestato) che aveva ingoiato 42 involucri di eroina, trasportando così quasi mezzo chilogrammo di sostanza.

Data la rilevanza dei quantitativi trattati e del conseguente ingente valore delle singole partite, l’associazione disponeva anche di un «chimico» deputato a testare le qualità dello stupefacente attraverso appositi reagenti e attrezzatura da laboratorio, prima di dare l’assenso alla conclusione dell’affare. Secondo gli sviluppi investigativi il principale canale di rifornimento dello stupefacente per l’associazione era il nord Europa. Come fa sapere la procura sono emersi «collegamenti tra l’associazione criminale di matrice nigeriana ed esponenti della criminalità organizzata campana con particolare riferimento ad un soggetto di vertice del clan dei Casalesi, con specifiche attribuzioni di compiti e funzioni per lo smercio della droga, anch’esso destinatario di misura cautelare in carcere. A quest’ultimo il provvedimento cautelare è stato notificato nella casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), dove si trova rinchiuso per estorsione».

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