Spoleto, Bimba chiama il 112 in lacrime: «Aiuto, papà picchia mamma. Ho paura per il mio fratellino». Arrestato il padre.

Pochi istanti prima della telefonata la bambina era stata scaraventata a terra dal padre

Bimba chiama il 112 in lacrime: «Aiuto, papà picchia mamma. Ho paura per il mio fratellino»
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Giovedì 6 Luglio 2023, 12:23 - Ultimo aggiornamento: 19:54

«Aiutatemi, papà sta picchiando la mamma e ho paura anche per il mio fratellino», le parole che sente al telefono da un giovane carabiniere in servizio al 112. Dall'altra parte della cornetta la voce di una bambina, disperata per quanto sta accadendo in casa sua, in un paese in provincia di Spoleto. Pochi istanti prima aveva cercato di frapporsi tra i due genitori, nel tentativo di proteggere la madre. Col risultato di finire scaraventata sul pavimento. Ma non si è persa d'animo: con una lucidità degna di un adulto, ha alzato il telefono per avvisare i servizi di emergenza. 

Il militare che parla con la bambina non ha ancora figli, ma una sorellina ce l'ha anche lui. Riesce a entrare in empatia con lei, la tranquillizza, le spiega come mettere al sicuro lei e il fratellino. E intanto invia all'abitazione una pattuglia della radiomobile. Quando i militari della compagnia di Spoleto irrompono in casa, arrestano subito il padre, un ucraino di 39 anni

Il salvataggio

A seguito del blitz nell'abitazione il 39enne è stato condotto nel carcere di Spoleto, come disposto dalla Procura della Repubblica di Spoleto, che ha coordinato l'indagine con il sostituto procuratore Alessandro Tana.

La madre e la bambina sono state accompagnate prima in ospedale, per ricevere assistenza medica, e poi in caserma, per formalizzare la denuncia.  

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L'intervento da mamma del capitano

Come accade per i tutti i casi di codice rosso, al Comando è arrivata anche il capitano dei carabinieri di Spoleto, Teresa Messore, una madre di due figli con alle spalle 17 anni trascorsi nell'Arma. «Mentre la madre sporgeva denuncia con i colleghi ho cercato di distrarre la bambina - ha raccontato l'ufficiale all'Ansa - l'ho fatto per evitare che rivivesse le violenze di cui stava parlando la madre. L'ho fatta giocare, l'ho portata a vedere l'auto di servizio. Aveva un sorriso fantastico...». Infine il capitano ha lanciato anche un appello: «Bisogna denunciare, dare l'allarme quando si avvertono segnali che possano ricondurre a violenze o maltrattamenti - ha detto - Di casi di violenza sulle donne, e sulle altre categorie fragili, se ne vedono tanti, troppi. Sono aumentati ancora di più dopo il Covid».

Punto di rottura

Dalla denuncia è emerso che la donna, nonostante in passato avesse già subito suprusi e maltrattamenti da parte del compagno, non aveva mai trovato la forza di denunciare. È successo, però, dopo l'ultimo grave episodio: gli investigatori ipotizzano che sia stato uno spartiacque decisivo, affinché la donna prendesse finalmente coscienza del pericolo che stava correndo insieme ai figli piccoli.

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