Dal cioccolato all'acciaio Terni celebra il Thyrus

La storia del simbolo di Terni che tra poco sarà celebrato anche con una statua alta cinque metri

Dal cioccolato all'acciaio Terni celebra il Thyrus
di Lucilla Piccioni
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Domenica 25 Febbraio 2024, 09:26

IL FENOMENO

Di cioccolato come quello realizzato con 107 chilogrammi di fondente, d'acciaio, di marmo, dipinto a mano o stampato, il Drago, per i ternani il Thyrus, fa impazzire gli abitanti della conca. Di associazioni culturali, ludiche, palestre, polisportive e pure autocarrozzerie che hanno scelto di chiamarsi "Drago" a Terni ce ne sono 37 a cui va aggiunta la squadra di Rugby. Thyrus è il nome della più antica casa editrice locale nata nel 1956. Il drago ternano si trova anche fuori dalle mura cittadine, uno fa bella mostra di se sulla facciata della porta d'ingresso del castello di Miranda, quello acquistato, nel 1453 dal Comune di Terni che, per averlo, pagò 3.000 ducati d'oro alla Camera Apostolica, l'organismo che curava e cura tutt'oggi, gli interessi patrimoniali della chiesa di Roma. Il più antico deve essere il Thyrus che ora ha trovato casa nell'androne del palazzo Spada, che poi è la casa di tutti i ternani.
Quel manufatto è collocabile tra la fine del 1500 e l'inizio del 1600. Deve essere la copia di un Thyrus più antico che era appeso, tramite una sbarra di ferro, sulla facciata di palazzo Carrara quando questo, agli inizi del Settecento, era sede del municipio. Prima di arrivare nel cortile di palazzo Spada il Thyrus è stato per molti anni nei giardini di Lungonera. Poi ha subito un atto vandalico, il restauro e la diversa collocazione. Una copia realizzata in resina e polvere di marmo dagli studenti del liceo Metelli è tornata nei giardini di via Lungonera.
«A realizzarlo, il Thyrus che ora abbiamo a palazzo Spada è stato un maestro che operava in area umbro-laziale, appartenente all'ambito di Simone Moschino, l'artista che ha realizzato i mostri di Bomarzo. Luigi Lanzi nel 1902 ci dice che tra le raccolte di antichità del municipio di Terni c'è un Thyrus copia di uno più antico che era stato danneggiato irrimediabilmente.

«Il Thyrus è l'immagine del classico drago all'italiana - racconta Eleonora Belli docente di storia dell'arte al liceo Metelli e ricercatrice all'università di Firenze - si tratta di un lucertolone che compare nei bestiari medioevali con zampe anteriori piccole e tozze che non sputa fuoco, ma ha l'alito fetido e mortale. Il termine tiro è un'italianizzazione medioevale del termine dialettale siciliano tiraciatu. Si tratta di una lucertola che era presente in tutte le zone calde».
Ed ora, nell'anno del Drago secondo il calendario cinese, di Thyrus a Terni ne sta per arrivare un altro: quello acciaio lamellare, quasi cinque metri di altezza che verrà posizionato sulla rotonda intitolata ad Alfredo Filipponi, tra il fiume Nera e l'ingresso del Caos. «E' la rielaborazione fantasy del Thyrus di Terni, una versione moderna di quello che campeggia sullo stemma della nostra città, un'icona che ci rappresenta e rappresenta anche i giovani- dice Marco Diamanti docente di scultura presso il liceo Metelli - il nuovo Thyrus è frutto di un lavoro corale mio di Luca Finistauri e Iacopo Cardinali. Vuole essere un elemento che unisce i ternani e fa riscoprire lo spirito di appartenenza alla comunità. E' un'evoluzione dell'immagine classica e leggendaria del Thyrus». Si tratterà del drago d'acciaio più grande d'Italia.

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