Coronavirus, Bori (Pd): «Tesei, stop polemiche incontriamoci»

Tommaso Bori
di Federico Fabrizi
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Sabato 28 Marzo 2020, 10:00 - Ultimo aggiornamento: 13:13
PERUGIA - Tommaso Bori, da capogruppo Pd in Regione, davvero avete deciso di smettere di litigare con la presidente Tesei? «Al contrario. Fin dall’inizio di questa drammatica emergenza ci siamo posti con atteggiamento sinceramente collaborativo e leale».
La Lega vi accusa di sciacallaggio.
«Sciacalli? Abbiamo dato il via libera al voto anticipato sul bilancio e ci siamo astenuti come minoranza, a parti inverse non è mai successo, neanche nel post-sisma. Lo abbiamo fatto per far arrivare prima possibile soldi dedicati per l’emergenza Covid, ma se quei fondi ancora non si vedono è nostro dovere sollecitarli».
Ha sentito la presidente?
«L’ho chiamata nei giorni dei primi contagi e ho offerto la disponibilità dell’intera minoranza ad aiutare e partecipare le scelte con ruoli distinti. Siamo consapevoli della gravità del momento, io sono un medico... Quell’invito è valido ancora di più oggi. Facciamo una videoconferenza e ragioniamo insieme, vogliamo dare il nostro contributo».
Cosa, a suo giudizio, non sta funzionando?
«Bisogna cambiare marcia ed evitare ritardi, noi siamo pronti a fare la nostra parte. Le unità speciali domiciliari non sono ancora attive, serve un rafforzamento del personale sanitario: ad esempio c’è un accordo per gli specializzandi ma nessun contratto. Bene i tamponi a tutti i sanitari e i test rapidi, lo avevamo chiesto, ma servono prima di tutto protezioni a partire da medici di medicina generale e pediatri».
La governatrice Tesei s’è arrabbiata col governo.
«Non devo essere io a difendere il Governo, ma sta lavorando bene in condizioni emergenziali. Ora le polemiche non giovano a nessuno».
L’assessore Coletto ha individuato altri consulenti per l’emergenza.
«Gli ricordo che in Umbria esistono le professionalità di un Ateneo con 700 anni e competenze importanti del sistema sanitario locale. Comprendo il bisogno di facce amiche vicino, ma non so se nomine venete per l’emergenza in Umbria siano la scelta migliore».
Bori, ora le proposte.
«Ribadiamo: sanità privata va al servizio della salute pubblica. Ha quasi 300 posti letto e più di 400 operatori in panchina. Emilia e Toscana lo fanno, non serve chiedere “in prestito” le strumentazioni dal privato per destinarle al pubblico in strutture col personale già al limite».
Altre idee?
«Tanti contagi avvengono in famiglia perché gli isolamenti domiciliari sono a rischio, servono strutture dedicate al più presto».
Comunque Bori conferma: connessione aperta con la presidente per una videoconferenza.
«Apertissima, chiediamo un confronto serio, basta polemiche. Siamo disponibili a incontrarla subito».
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