«Restituiremo le licenze se la Regione dovesse legittimare e favorire questa forma di concorrenza sleale».
Le nuove regole, secondo l'associazione di categoria consentirebbe una corsia preferenziale a chi rientra nella categoria degli "agriturismi". «Erano già sbilanciate le norme preesistenti, molto favorevoli all’impresa agricola ma accettabili in una logica di sostegno a questo tipo di attività e di integrazione del reddito. Le modifiche che la Regione vuole apportare sono invece inaccettabili – sostiene Confcommercio - vanno nell’unica direzione di rispondere alle aspettative di coloro che svolgono a tutti gli effetti attività di ristorazione senza avere gli stessi obblighi e gli stessi costi di un ristorante. Basti pensare alle situazioni di squilibrio legate al fisco, a cominciare dall'Iva, e al diritto del lavoro. Chi va in un agriturismo oggi pensa di essere in un ristorante, senza riflettere sul fatto che se paga di meno è solo perché i costi fissi per ottemperare alle leggi in un ristorante sono decisamente più elevati».
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