Orvieto. Colpo mortale in caserma, condannato un finanziere

Orvieto. Colpo mortale in caserma, condannato un finanziere
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Mercoledì 24 Gennaio 2024, 09:36

ORVIETO Prima la festa, la felicità per un obiettivo raggiunto, la commozione per quattro inaspettate promesse di matrimonio fatte da altrettanti militari alle loro future spose, poi la tragedia. Una festa che si era svolta al termine della cerimonia conclusiva del quinto corso straordinario di specializzazione "Antiterrorismo e Pronto Impiego della Guardia di Finanza" che si è svolto nel 2017, poi un finanziere, di appena 27 anni di origini campane, in addestramento presso la caserma Monte Grappa di Orvieto, venne gravemente ferito alla testa da un colpo di pistola esploso accidentalmente da un altro militare mentre si trovavano in camerata insieme ad altri commilitoni. Per due anni Michele Grauso lottò tra la vita è la morte in un letto di ospedale fino alla morte avvenuta il 10 maggio del 2020 dopo oltre due anni di agonia.

Ieri mattina, è arrivata la condanna ad un anno e sei mesi di reclusione, pena sospesa, inflitta dal tribunale di Terni on composizione monocratica nei confronti di un trentaquattrenne originario della provincia di Napoli, accusato di omicidio colposo e violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro, a seguito della morte del finanziere.
Il 24 novembre del 2017, infatti, il militare, mentre si trovava all'interno di una camerata del centro di addestramento e specializzazione della guardia di finanza ad Orvieto, era stato raggiunto al collo e alla testa da un proiettile partito dalla pistola Beretta 92 che il compagno di corso stava maneggiando. uto a causa del Covid».
Dalle indagine infatti è emerso, oltre alla dinamica dell'incidente, come regolamento di servizio interno della Guardia di Finanza, prevedesse che "le armi siano tenute sempre scariche e custodite in locali adibiti ad armeria che non deve essere ubicata in prossimità degli alloggiamenti e alloggi di servizio". Cosa non avvenuta il giorno della tragedia.
Le condizioni del giovane finanziere campano erano apparse subito gravissime e nel tempo era stato ricoverato presso un ospedale privato per lungodegenti, a Bologna, e poi all'ospedale Maggiore del capoluogo emiliano dove era deceduto.
«Prendiamo atto della decisione ma l'appello appare quantomeno probabile» ha detto il difensore dell'imputato, l'avvocato Gianluca Brionne. «Anche in ragione del fatto - ha aggiunto - che l'evento si è verificato per colpa non assistita dalla violazione delle norme di sicurezza sul lavoro ed il decesso, come emerso dagli accertamenti medico legali, pur in un quadro compromesso da oltre due anni, è avvenuto a causa del Covid».
 
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