Dai Balcani i pirati del pesce del Tevere: ecco i bracconieri con lo storditore elettrico

Dai Balcani i pirati del pesce del Tevere: ecco i bracconieri con lo storditore elettrico
di Michele Milletti
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Giovedì 1 Febbraio 2024, 07:00
PERUGIA - I pirati dei pesci siluro. Delle trote, delle carpe e di qualunque altra specie ittica che popola il Tevere. Pirati che arrivano dall’est europeo, perché il Danubio è finito sotto strettissima osservazione e non è più facile pescare di frodo. Se quella dei bracconieri con il fucile in mano a caccia di animali selvatici nei boschi è presenza ormai nota e pericolosa (diversi ne sono stanati e denunciati anche nell’anno appena terminato) quella dei bracconieri di fiume rappresenta una novità particolarmente preoccupante.
Quanto preoccupante? Lo dicono i numeri di una notte: tre quintali di pesce catturato. Non solo in modo irregolare ma selvaggio e sordo alle sofferenze animali: gli elettrostorditori.
La barbarie è stata scoperta e denunciata dai carabinieri forestali dell’Umbria, diretti dal tenente colonnello Carlo Saveri, che proprio sul finire dello scorso anno si sono dovuti confrontare con questa nuova emergenza lungo il Tevere. Cinque persone trovate con tre quintali di pesce, tra cui esemplari di pesce siluro, pronte a caricare tutto su un furgone e far perdere le proprie tracce. Per tornare verso la Romania, i cinque erano tutti romeni e denunciati dopo la pesca di frodo, e mettere in vendita il pesce del Tevere. Perché? Perché dopo le normative a tutela del Danubio, i bracconieri del pesce si sono spostati da quelle zone prima sul delta del Po’ e poi lungo il Tevere.
I DATI
Sono stati 1.791 gli illeciti amministrativi, con un importo totale notificato di oltre 717 mila euro, contestati dal comando regione carabinieri forestale «Umbria» nel corso del 2023. I dati sono stati presentati nella sede di via Bonfigli, a Perugia, dal tenente colonnello Carlo Saveri. Incendi boschivi, discariche e rifiuti, edilizia, tutela della fauna selvatica e maltrattamento di animali sono stati i principali fronti dell’attività che ha portato a contestare 528 reati e denunciare 359 persone, quest’ultime in crescita rispetto al 2022. 
INCENDI 
Il comandante Severi ha sottolineato che è stato riscontrato un calo di incendi boschivi, 58 nel 2023 rispetto ai 122 del 2022. Sono andati a fuoco 65 ettari: nella zona di Avigliano Umbro, ad aprile, l’incendio con superficie più estesa (6 ettari). Oltre ad 880 controlli fatti, l’attività di indagine ha portato a denunciare un presunto responsabile di roghi avvenuti in zona lago di Corbara, più 12 persone per il reato di incendio boschivo colposo. Nel territorio della provincia di Perugia, è stato sottolineato, si sono verificati più incendi in primavera (10) che in estate (quattro). 
EDILIZIA E RIFIUTI 
Riguardo i rifiuti, sono state 97 le persone denunciate, 15 i sequestri penali con 177 illeciti accertati per un valore di sanzioni superiore a 200 mila euro. I controlli sono stati 5.517. Invariati rispetto al 2022 i dati sulle verifiche in ambito di edilizia, con 61 denunciati. Tredici invece le denunce in ambito di attività per la tutela della fauna selvatica, che registra 4.268 controlli totali. In tema di maltrattamenti animali, dati in crescita per controlli (747) e reati (14) rispetto all’anno precedente. Nell’ambito delle numerose campagne di controllo, particolare attenzione è stata dedicata al tema della peste suina africana, per cui «ad oggi non risulta notizia di casi», così come al fronte di esche e bocconi avvelenati «che in Umbria è un fenomeno reale». Reparti al lavoro anche sul bracconaggio ittico e sul fenomeno della pesca con elettrostorditori. 
I dati dell’attività sono stati approfonditi dal colonnello Loredana Farneti, comandante Cites che ha anche presentato il calendario 2024 (un pezzo come ogni anno sempre molto atteso e ricercato dai collezionisti), e dal tenente colonnello Elena Candela, comandante di Terni e dirigente Nipaf.
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