Sempre più anziani non autosufficienti, ma sempre meno badanti. E ora ci si mettono anche le ferie estive che, come da contratto, faranno assentare dal lavoro domestico migliaia di lavoratori, con una stima che parla di circa 9mila posizioni. Scatta la nuova emergenza "rimpiazzi" con tante famiglie umbre che rischiano di rimanere sole nei mesi più caldi dell'anno, senza un'assistenza in casa: una situazione che si scontra anche con la carenza di personale tra colf e badanti. Infatti, pare sempre più difficile trovare personale con la conferma che arriva anche dall'ultimo rapporto Inps sul pianeta badanti: in Umbria, in un anno, gli "assistenti" sono diminuiti del 7,5%. Rispetto al 2021 il brusco calo ha fatto precipitare il numero a quota 18.097 tutti iscritti regolarmente all'Istituto di previdenza. Lo dice lo stesso studio che parla «di una diminuzione arrivata dopo gli incrementi del biennio 2020-2021 dovuti a una spontanea regolarizzazione di rapporti di lavoro per consentire ai lavoratori domestici di recarsi al lavoro durante il periodo di lockdown che ha regolamentato l’emersione di rapporti di lavoro irregolari».
Ma ecco l'identikit del fenomeno: «La maggior parte dei lavoratori domestici proviene dall’Europa dell’Est, seguono gli italiani, quelli provenienti dal Sud America e quelli dall’Asia Orientale. Tra i lavoratori domestici prevale la tipologia di lavoro “Colf” con il 52% del totale dei lavoratori, contro il 48% della tipologia “Badante”. La tipologia “Colf” è prevalente tra i lavoratori italiani e quasi tutti i lavoratori stranieri, ad eccezione di quelli provenienti dall’Europa dell’Est, dall’Asia Medio Orientale e dall’America Centrale, in cui prevale la tipologia “Badante”. La classe d'età “50-54 anni” è quella con la maggior frequenza tra i lavoratori domestici, con un peso pari al 17,2% del totale, mentre il 21,4% ha un’età pari o superiore ai 60 anni e solo l’1,9% ha un'età inferiore ai 25 anni».