L'Assemblea legislativa "censura" il sindaco di Terni, Bandecchi, dopo le parole volgare sui femminicidi

Anche Pd, Movimento Cinque Stelle, Cgil e Centro Pari Opportunità della Regione contro le parole usate dal primo cittadino di Terni

L'Assemblea legislativa "censura" il sindaco di Terni, Bandecchi, dopo le parole volgare sui femminicidi
di Claudia Sensi
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Martedì 23 Gennaio 2024, 16:17 - Ultimo aggiornamento: 16:44

Terni - Continuano ad indignare le parole del sindaco di Terni Stefano Bandecchi che, durante la seduta del consiglio comunale di lunedì 22 gennaio, ha spiegato cosa pensano gli uomini ‘normali’ vedendo il lato B di una donna. Parole con cui Bandecchi ha indicato le donne come prede da conquistare nell'ambito di un dibattito sul femminicidio e sulla violenza di genere. 

L'Assemblea legislativa dell'Umbria ha approvato all'unanimità una mozione di censura contro di lui. L'atto di indirizzo, firmato dai consiglieri Thomas De Luca (M5s), Simona Meloni (Pd), Eleonora Pace (FdI), Stefano Pastorelli (Lega), Andrea Fora (Patto civico), Vincenzo Bianconi (misto) e Donatella Tesei (presidente della Regione), è stato illustrato in aula dal primo firmatario. 

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«Durante il Consiglio comunale svoltosi a Terni - ha spiegato De Luca - e nella fattispecie durante la fase di discussione su un atto contro il femminicidio, il sindaco Bandecchi ha affermato che 'un uomo normale guarda il bel c... di una donna e forse ci prova, poi se ci riesce se la... anche, se non ci riesce invece torna a casa. A seguito dell'intervento del consigliere comunale professor Kenny, che ha deciso di abbandonare l'aula in segno di protesta congiuntamente a tutti i consiglieri di opposizione, il sindaco avrebbe insultato lo stesso consigliere. Il fatto accaduto ha avuto un'eco planetaria, essendo stato riportato non solo da tutte le principali testate nazionali, ma persino oltreoceano, screditando in maniera gravissima l'immagine dello stesso Comune di Terni e della Regione Umbria, offendendo uomini e donne. Ogni seduta del Consiglio comunale è ormai caratterizzata da dichiarazioni ed atteggiamenti di paventata violenza fisica nonché intimidazioni di natura verbale e psicologica verso le opposizioni, che negano ogni ordine democratico ed umiliano le istituzioni, fatti che sono più volte balzati agli onori della cronaca. La condotta del sindaco di Terni è ormai diventata insostenibile ed inaccettabile, peraltro amplificata e rilanciata a livello nazionale e non solo. Con ciò offendendo la città e la sua storia di democrazia e rispetto. È imprescindibile - ha detto ancora De Luca - che il nostro Paese e le sue istituzioni siano salvaguardate, nel loro prestigio e nella loro dignità, anche attraverso il doveroso principio di onorabilità per coloro a cui sono affidate funzioni pubbliche. Non è più tollerabile che una pubblica istituzione nell'ambito della massima assise cittadina utilizzi reiteratamente concetti e frasi assolutamente contrari al rispetto delle persone rappresentando un dannoso esempio per i cittadini ed in particolare per i nostri giovani. L'Assemblea legislativa esprime quindi ferma condanna per i fatti e le dichiarazioni del sindaco di Terni. Richiediamo inoltre l'intervento degli organi governativi preposti affinché vengano poste in essere le azioni volte a garantire l'ordine costituzionale, ripristinando all'interno del Consiglio comunale di Terni le normali condizioni di decoro istituzionale e di garanzia delle prerogative democratiche degli organi eletti». 

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Pd. «Un atteggiamento inaccettabile e vergognoso, incompatibile con la Costituzione e con tutti i valori di convivenza che regolamentano la nostra società».

Così la capogruppo del Pd alla Regione Umbria Simona Meloni riferendosi al sindaco Bandecchi «ormai prigioniero del suo personaggio. Non riesce a concludere una giornata senza una sparata imbarazzante che gli garantisca però un titolo di un giornale nazionale, all'insegna del principio di Wilde secondo cui l'importante è parlarne, a prescindere dalla modalità. Riteniamo offensiva dei cittadini e delle cittadine, lesiva della dignità delle Istituzioni e un vulnus per la città - sostiene Simona Meloni in una nota diffusa dall'ufficio stampa dell'Assemblea legislativa - la continua tiritera di affermazioni allucinanti e primordiali di un sindaco che, primus inter pares, dovrebbe essere il rappresentante della città, diffondere le sue buone pratiche e aiutarne lo sviluppo. Non capiamo invece come questo genere di atteggiamento possa aiutare la cittadinanza allo sviluppo, invece di farla additare a livello nazionale. Il tutto svilendo il ruolo del sindaco, il livello istituzionale più vicino ai cittadini. Quella che stanno vivendo i ternani è ormai una farsa da barzellettiere che non è più divertente, tanto meno quando riguarda il Consiglio comunale.

Una deriva di cui non c'è alcun bisogno mentre al contrario si conferma la necessità di rafforzare la nostra democrazia». 

 

Fiorelli, consigliere comunale M5S. «Dove sono il prefetto e la Chiesa?», è quanto chiede Claudio Fiorelli, consigliere comunale del Movimento 5 stelle a Terni, riguardo al sindaco che «non distingue il suo ruolo istituzionale dalla mera chiacchiera da bar, dove pure le sue dichiarazioni sarebbero ritenute inaccettabili». «Quanto successo nel Consiglio comunale è l'ennesimo episodio inqualificabile» sostiene. «La normale dialettica politica - afferma Fiorelli in una nota - ha ormai lasciato posto a una questione che sta diventando sociale. E allora mi chiedo dov'è il prefetto di Terni che ancora non si è fatto sentire? Non è accettabile il silenzio dello Stato mentre tanti giovani assistono agli sproloqui del primo cittadino pensando che questa sia la normalità. E cosa la dice la Chiesa di questo continuo turpiloquio che incide pesantemente sulla vita della nostra comunità? Il punto non è cosa pensa Stefano Bandecchi, ma la dicitura 'sindaco di Ternì che lo accompagna nelle ospitate televisive così come sugli articoli di stampa, nazionali e non solo. La misura è colma. Quello che dice Stefano Bandecchi riguarda tutti i ternani, quando parla da sindaco deve imparare a darsi un contegno ed esprimersi in modo istituzionale».

Centro Pari opportunità «Le parole e i toni utilizzati nel dibattito del Consiglio comunale di Terni non corrispondono alla cultura della collettività Umbra tutta, laddove negli anni, con un costante lavoro di rete, sono state portate avanti campagne di sensibilizzazione, convegni, formazione, istituzioni di numeri di telefono di pronto intervento e aiuto, case rifugio, centri antiviolenza. Tutte azioni mirate a ridurre il fenomeno della violenza di genere intesa in tutte le sue forme (stalking, violenza sessuale, violenza psicologica, abusi, mobbing e abusi sui posti di lavoro)». E’ quanto afferma la presidente del Centro regionale per le Pari opportunità della Regione Umbria Caterina Grechi. «In particolare - prosegue - occorre ribadire un concetto cruciale: la violenza sulle donne nasce e cresce su radici culturali e sociali precise, sulla pervasiva persistenza di stereotipi di genere che vanno prima di tutto riconosciuti per poi essere eradicati; stereotipi che serpeggiano nel nostro senso comune, nel nostro linguaggio e nelle nuove forme di comunicazione. In questo senso - conclude Grechi - le recenti considerazioni del primo cittadino di Terni ne rappresentano, nella forma e nella sostanza, un luminoso esempio di ciò che si auspica possa cadere in disuso negli usi, nei costumi e nel linguaggio, tanto più quello all'interno delle Istituzioni». 

Donne Cgil Terni. «Le esternazioni, volgari e gravissime del sindaco di Terni Stefano Bandecchi, pronunciate in consiglio comunale, offendono le donne e la democrazia. Riteniamo inaccettabile il continuo vilipendio delle istituzioni e la sistematica umiliazione della città davanti all'opinione pubblica nazionale». 

È quanto si legge in una nota dei coordinamenti donne della Cgil di Terni e dell'Umbria.

«Esternazioni triviali, considerazioni sessiste, che sminuiscono, offendono e danno purtroppo il senso delle conseguenti azioni politiche. La violenza contro le donne nasce da radici culturali e sociali precise, si alimenta con stereotipi che sono radicati nel linguaggio e nella comunicazione. Impegnarsi per sconfiggere questi stereotipi rappresenta una priorità, che evidentemente non appartiene al sindaco di Terni. Ma da chi riveste ruoli istituzionali così importanti ci si aspetta sensibilità e un linguaggio corretto, tanto più nei luoghi della democrazia, come il consiglio comunale. Per questo  – concludono i coordinamenti - chiediamo che almeno i componenti della giunta comunale si dissocino chiaramente dalle gravi affermazioni del sindaco».

Donne Movimento Cinque Stelle Terni. «Noi donne del Movimento 5 stelle di Terni quelli come Stefano Bandecchi che utilizzano costantemente il turpiloquio, infarciscono di violenza verbale ogni contraddittorio e manifestano una subcultura radicata a cui probabilmente per arroganza non hanno mai posto rimedio, non li guardiamo neanche. Se il sindaco avesse avuto un minimo di pudore o di rispetto nei confronti delle donne e di quel consiglio, non avrebbe dovuto neanche presentarsi in aula. Sono anni - sostengono le donne del M5s - che Stefano Bandecchi dimostra in ogni sua uscita intolleranza, cattiveria sessista gratuita, una mentalità patriarcale della peggior specie e un'arroganza verbale che il più delle volte culmina nel silenziare la sua interlocutrice di turno solo perché la pensa diversamente. La coerenza è importante. E le parole sono importanti! Non creda il sindaco di Terni di parlare sempre ed esclusivamente con i suoi accoliti. Coloro che a prescindere prendono le sue difese senza considerare in alcun modo quanto ipocrita e vergognoso possa essere considerato il loro atteggiamento, in particolare le rappresentanti del genere femminile. Noi siamo profondamente preoccupate dall'atteggiamento sessista che spesso emerge nella nostra società ed alimenta disuguaglianze e pregiudizi, danneggiando non solo le donne ma anche gli uomini. Ci chiediamo e chiediamo al sindaco di Terni se è consapevole delle implicazioni negative che tale atteggiamento suscita. Alcuni comportamenti o commenti possono sembrare banali o innocenti, ma in realtà perpetuano stereotipi dannosi e contribuiscono ad una cultura che impedisce alle donne di raggiungere il loro potenziale. Eppure, crediamo ancora fermamente che sia nell'interesse generale promuovere l'uguaglianza di genere. È compito di tutti sfidare le idee radicate che vedono le donne come oggetto sessuale o come esseri inferiori agli uomini. Abbiamo sfide enormi che ci attendono e siamo ancora qui a difenderci da pregiudizi o stereotipi, mendicando dignità e rispetto. Il sindaco Bandecchi farebbe bene a tornare in sé, in nome di un'armonia generale di intenti almeno sui temi fondamentali della nostra società».

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