Amelia, «Chi sa la verità su Barbara Corvi collabori con gli investigatori»: L'appello dell'osservatorio sulle infiltrazioni mafiose

Amelia, «Chi sa la verità su Barbara Corvi collabori con gli investigatori»: L'appello dell'osservatorio sulle infiltrazioni mafiose
di Nicoletta Gigli
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Domenica 16 Luglio 2023, 00:30

AMELIA - «E’ necessario andare avanti nella ricerca della verità. Chi, all’interno dell’organizzazione criminale, è a conoscenza dei fatti inerenti la scomparsa di Barbara Corvi, deve collaborare con gli organi investigativi senza tentennamenti o superficialità».

L’appello dell’osservatorio regionale sulle infiltrazioni mafiose e l’illegalità arriva a due giorni dalla chiusura del procedimento penale sull’omicidio di Barbara Corvi, scomparsa da Montecampano di Amelia nell’ottobre del 2009 e mai ritrovata. Esce di scena, col provvedimento di doppia archiviazione firmato dal gip, Barbara Di Giovannantonio, il marito della Corvi, Roberto Lo Giudice, unico indagato per omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere

Per il giudice «i forti sospetti nei confronti di Roberto Lo Giudice non assurgono a sufficienti e concordi elementi indiziari in relazione alla condotta omicidiaria contestata». Archiviato anche il secondo procedimento penale nei confronti di Lo Giudice, aperto dopo la testimonianza di un collaboratore di giustizia pugliese. «Barbara fu rapita - ha detto l’uomo in cella a Sabbione. Il 27 ottobre del 2009 fu prelevata da Montecampano e portata in Calabria, dove è stata uccisa e poi sepolta in una zona di montagna difficile da raggiungere». La testimonianza choc, all’esito dei riscontri del procuratore, Alberto Liguori, non sarebbe stata ritenuta attendibile anche per il tentativo del pentito di barattare la scarcerazione con il sopralluogo sull’Aspromonte.

La parola fine al processo sull’omicidio di Barbara spinge l’osservatorio a ribadire la volontà di continuare ad affiancare la famiglia Corvi nella battaglia alla ricerca della verità. Come ha fatto fin qui con la speranza di chiarire un mistero che pare senza soluzione. L’osservatorio sulle infiltrazioni mafiose ricorda la seduta straordinaria ad Amelia, quando il volto della mamma scomparsa è stato esposto nei comuni della regione invocando verità su un giallo lungo 14 anni. E il protocollo “Libere di essere” dedicato a Barbara che ha coinvolto, per la prima volta in Italia, una rete dedicata all’accoglienza delle donne sopravvissute alla violenza mafiosa composta da procura generale presso la corte d’appello di Perugia, procure di Perugia, Terni e Spoleto, prefetture di Terni e Perugia, centro per le pari opportunità, centri antiviolenza e casa delle donne di Terni. Il prossimo appello per la verità il 27 luglio, con la tredicesima lettera a Barbara Corvi. A scriverla sarà Deborah Cartisano, figlia di Lollò Cartisano a 30 anni dal sequestro del padre e a 20 dal ritrovamento dei suoi resti nel cuore dell’Aspromonte, la cui eco risuona nelle recenti dichiarazioni del pentito sulla scomparsa di Barbara.

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