I Medici, a tre anni dalla messa in onda il successo continua

I Medici, a tre anni dalla messa in onda il successo continua
di Ilaria Ravarino
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Sabato 30 Novembre 2019, 12:25
A tre anni dalla messa in onda della prima stagione - un successo da sette milioni di spettatori in Italia - cala il sipario su I Medici, la serie internazionale sulla famiglia più potente del Rinascimento italiano che nel 2016, ben prima de L'Amica Geniale, lanciò Rai Fiction nella grande arena dell'intrattenimento globale. Coprodotto da Rai Fiction, Lux Vide, Big Light Productions e Altice Group (ma distribuito negli Stati Uniti e in Inghilterra da Netflix), e ideato dallo showrunner Frank Spotniz, dopo una seconda serie inferiore alle aspettative I Medici chiude con la terza e ultima stagione, trasmessa a partire da lunedì prossimo in quattro serate su Rai1. «Qui si chiude per sempre la saga, ma si rilancia», ha detto ieri il direttore di Rai Fiction Tinni Andreatta, anticipando il nuovo impegno rinascimentale della rete che da lunedì aprirà il set del Leonardo di Aidan Turner («Ma non sarà uno spin-off de I Medici: la serie avrà un taglio diverso, sarà in una sola stagione e sarà ambientata più a Milano che a Firenze»).


IL CONFLITTO
Girati da Christian Duguay, già autore per Rai di Coco Chanel, I Medici 3 - Nel nome della famiglia «seguono un Lorenzo De Medici ormai uomo, in conflitto con se stesso e con la famiglia. Lo guardiamo cambiare attraverso gli occhi della moglie e dei figli: l'arrivo del piccolo Giulio, figlio di Giuliano, diventa un problema per il figlio di Lorenzo, Piero, che sente di perdere l'attenzione del padre». Un dettaglio non da poco, considerato quel che la storia (quella vera) riserverà a Piero, noto come Lo Sfortunato e annegato a 31 anni, dopo una vita decisamente meno brillante di quella del padre. Una decadenza della dinastia che I Medici 3 anticipa senza rivelare del tutto, con lo scontro tra un Lorenzo «in cui - secondo il protagonista Daniel Sharman - lo spirito di vendetta si è ormai radicato nel profondo», contro due dei nuovi personaggi della stagione: l'ambiguo Papa Innocenzo VIII di Neri Marcorè e l'estremo Girolamo Savonarola di Francesco Montanari.

Una trama che sulla carta non ha nulla da invidiare agli intrighi del cappa e spada contemporaneo - nella storia entrano anche la Lucrezia di Alessandra Mastronardi, amante di Lorenzo, e la sorella De'Medici Bianca, interpretata da Aurora Ruffino - ma che fin dal principio esclude gli estremi del genere: niente sesso alla Trono di Spade né violenza alla Vikings, «l'attrattiva della nostra serie è nel raccontare l'epopea del Rinascimento e nell'approfondire personaggi e caratteri - ha precisato Andreatta - violenza e sesso, se fini a se stessi, sono concetti molto sorpassati». Difende l'anima moderata del progetto anche il regista Duguay: «Ormai nelle serie moderne si ha l'impressione che il sesso e l'azione siano a comando, ogni 15 minuti, per riempire i buchi nella storia. Ci siamo assolutamente tenuti lontani da questa tentazione: il tempo, noi, lo usiamo tutto per sviluppare la storia e i personaggi».
 
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