Non bastava l’annuncio in tv, pure la conferma social: «Sono grato per le manifestazioni di affetto, il mio rapporto con i tifosi della Lazio è ottimo ed è solo un orgoglio, li avrò sempre nel cuore per questi anni. Intanto continuerò a lavorare duramente e a dare il massimo in campo fino all’ultimo minuto dell’ultima partita». Un messaggio che sa ancora di più di addio da parte di Luis Alberto. Per il miglior assistman della storia della Lazio (venerdì salito a quota 72) la parentesi capitolina sembra ormai terminata dopo l’ennesimo colpo di scena, ma si tratta comunque di un film già visto per il club biancoceleste, che spesso si ritrova di fronte alla voglia di cambiare aria di Luis. L’ultima volta era stato a novembre 2022, quando con Sarri era ormai una riserva. Durante la pausa per il Mondiale però si decise a restare e col passare delle settimane diventò talmente un punto fermo che l’estate seguente strappò il rinnovo a 4 milioni più bonus fino al 2027 con opzione fino al 2028. Una trattativa per niente semplice che alla fine vide addirittura convincersi Lotito, una rarità. Per questo ieri il patron era contrariato dall’ennesima sparata dello spagnolo: «Probabilmente vuole andare via gratis, e invece no. Ha altri quattro anni qui, ha preteso un rinnovo ed è il secondo giocatore più pagato. Il contratto viene sottoscritto obtorto collo – ha ricordato il presidente ad Adnkronos – lui chiede altro e poi non si presenta al ritiro come ricorderete tutti. E ora se ne esce con questa cosa all'improvviso senza dire nulla. Se vuole andare via deve trovare una squadra che lo compri. Siamo una società quotata in Borsa e lasciarlo andare a parametro zero significherebbe depauperare il patrimonio».
LA DECISIONE
Al Mago non è riuscito l’incantesimo nemmeno con Fabiani: «Mi arrabbio quando si vuole far passare un messaggio di ruffianeria verso i tifosi per degli interessi propri, non va bene».