Dopo Luis Alberto, oggi è toccato a Immobile parlare ai canali ufficiali della Lazio, e il bomber è partito dai 200 gol raggiunti in biancoceleste: «Sono un traguardo molto importante. I miei gol sono stati tutti belli e importanti. Questo (il guizzo col Feyenoord, ndr) ancor di più perché era il duecentesimo. Mi ha fatto piacere festeggiarlo insieme al mister e a tutto lo staff. Sono davvero orgoglioso di questo traguardo. Esteticamente il gol più bello è stato quello di Cagliari. Di brutti ce ne sono stati tanti, forse tra i più brutti qualche palla che mi è rimbalzata addosso».
Lazio, solo 500 biglietti per il settore ospiti a Salerno: ecco perché
Le parole di Ciro Immobile
E ancora: «Cos'ho in comune con la Lazio? Il non arrendersi mai e il raggiungere gli obiettivi anche nei momenti difficili. Qui ci sono stati tanti top player. Mi sarebbe piaciuto giocare con Signori o con Salas». Sul passato: «La mia migliore versione? L'Immobile del 2017-18 e quello della Scarpa d'Oro, ero una macchina infallibile. Mi è piaciuta anche la prima stagione con Sarri, quella dei 27 gol in campionato». Sugli allenatori avuti in carriera e sul peggior difensore affrontato: «Quello più indecifrabile è Zeman. Quando tutto sembrava andare bene, per lui era tutto sbagliato. Era anche divertente come cosa. Chi fuma di più tra Zeman e Sarri? È una bella lotta. Il difensore peggiore? Chiellini oltre alle qualità da difensore è uno che non molla mai.
Immobile: «Questa società può diventare di livello mondiale»
Su Romagnoli: «Ho fatto un bel lavoro da capitano. Abbiamo parlato molto per convincerlo a venire alla Lazio. Anche con la società spesso ci siamo confrontati sugli aspetti comportamentali». Sugli amici: «Ne ho molti nel calcio. Il primo è stato Maniero, un bravissimo ragazzo di Napoli. Poi con Lorenzo Insigne, Pellegrini della Roma, Mattia Zaccagni». Sugli allenamenti: «Nani era fortissimo. Luis Alberto è stato eccezionale nel lavoro che ha fatto per riprendere se stesso e la Lazio. Si capiva che fosse gran calciatore». Sui genitori: «Il loro sacrificio maggiore è stato lasciarmi andare da piccolo. Per la mentalità di mia madre era inconcepibile. I primi tempi sono stati duri, ma avevo così tanta voglia di emergere che poi tutto è stato semplice». Sugli idoli: «L'attaccante perfetto? Piede destro Batistuta, sinistro Adriano, colpo di testa Trezeguet, opportunismo Inzaghi. Tecnica? Ronaldo il Fenomeno». Infine sul nuovo Ciro: «Tra 20 anni avrò raggiunto i miei obiettivi sarò felice. Se dovessi parlare col Ciro bambino gli direi di continuare a fare quello che sta facendo. Alla Lazio augurerei di continuare a crescere, in questi anni ho visto dei miglioramenti pazzeschi. È una squadra che può raggiungere obiettivi importanti nel breve periodo e affermarsi come una squadra di livello mondiale».