Sei Nazioni, l'ala Sarto ci crede:
«Metteremo in difficoltà la Francia»

Leoanardo Sarto, ala della nazionale
di Christian Marchetti
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Mercoledì 5 Febbraio 2014, 16:54 - Ultimo aggiornamento: 6 Febbraio, 19:55
di Christian Marchetti



Le telecamere seguono Martin Castrogiovanni come zanzare in una notte d'estate. Al bar, Parisse e compagni incrociano anche i volti noti della Nazionale attori e cantanti. Su un altro campo si allena l'Italia Under 20 di Alessandro Troncon, che oggi ha ricevuto la visita dell'ex tecnico degli avanti dell'Italia Maggiore Carlo Orlandi. Scene dal "reality" dell'Italrugby di Jacques Brunel, scene consuete a quattro giorni dall'attesa sfida con la Francia allo Stade de France.

Attesa anche per i Bleus, chiamati per la seconda volta di fila a vendicare nel giardino di casa un ko contro l'Italia. Già, fa sempre piacere ricordarlo: l'anno scorso andò agli azzurri il Trofeo Garibaldi, simbolo del primato nel derby latino del Sei Nazioni. Come ha fatto piacere, stamani, rivedere in campo per l'allenamento odierno Bergamasco (Mauro), De Marchi, Ghiraldini, Gori e Zanni, costretti nei giorni scorsi ad allenarsi a parte. Poi pranzo, poi interviste.



L'EMOZIONE DI SARTO

"Ho subìto eccome la partita contro il Galles. A voi non sarà sembrato ma ho avvertito parecchia tensione durante l'inno e nei primi venti minuti di gioco. Più in là mi sono concentrato esclusivamente sul mio compito e sulle riunioni con lo staff tecnico". Rispedisce i complimenti al mittente, Leonardo Sarto, che ha mostrato numeri su numeri sabato scorso a Cardiff. Nato a Zevio (Verona) 22 anni fa, assieme al fratello e primo consigliere Jacopo (24enne terza linea nel Petrarca Padova) iniziò a giocare a rugby su consiglio di sua mamma Marina, a sua volta persuasa dalla collega Lorenza, madre dei fratelli Bergamasco.

Sabato scorso, Leo e Michi (Michele Campagnaro) si sono ritrovati con un pallone rimbalzante e un'area di meta sguarnita davanti: meta di Campagnaro, la prima. "Cosa ho provato in quel momento? Ho semplicemente visto che il pallone rimbalzava dalla sua parte (quando si dice il destino, ndr) e gli ho urlato: 'Calcia, calcia'. Lui ha calciato e abbiamo segnato. Dopo la partita non abbiamo parlato di questa meta. Piuttosto, appena arrivata la segnatura, temevamo ce l'annullassero per quel passaggio tra noi al limite dell'in avanti. E ora confermo: non era affatto in avanti".

Da un retroscena all'altro: "Abbiamo disputato una gara discreta in Galles ma stamani Sergio (Parisse, il capitano; ndr) ci ha riuniti in cerchio e ci ha detto che a Parigi dovremo cercare di andare oltre la bella prestazione. Di vincerla".



L'AGGRESSIVITA' DI GIAZZON

"A 5 anni la maestra della scuola materna mi propose di giocare a rugby. Io accettai il consiglio e, appena arrivato al campo, trovai il paradiso. Il regno di un bambino abituato a essere sgridato perché si sporcava col fango o perché rischiava di fare male agli altri. Peccato fossi troppo grosso fisicamente per giocare con i miei coetanei e troppo piccolo d'età per confrontarmi con quelli di 8 anni".

Davide Giazzon si presenta così. Anni 28, luogo di nascita Mestre, maturazione rugbystica in quel di Mogliano. Tallonatore delle Zebre, compagno di squadra di Sarto, nei giorni scorsi s'è sentito spesso parlare di lui per via di un possibile avvicendamento con Leonardo Ghiraldini, acciaccato dopo il match di Cardiff.

Comunque sia, da uomo di prima linea, è affidata a lui l'analisi: "La mischia è andata bene contro il Galles. L'interpretazione dell'arbitro ci ha un po' penalizzati e sicuramente anche in Francia sarà una grande battaglia per prendere sin da subito il predominio. Mas e Domingo sono piloni forti e in grado di dare del filo da torcere a chiunque ma noi stiamo lavorando bene".

E comunque c'è quel cerchio con Parisse. Obiettivo: andare oltre.
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