Rugby, Rusiate Nasove, una seconda possibilità per il rugbysta delle Isole Fiji che ha picchiato i carabinieri a Reggio Emilia: farà il volontario in una onlus

Il club della massima divisione ha deciso di non "tagliare" l'ex nazionale fijiano che il 19 dicembre finì, ubriaco, in cella di sicurezza

Rusiate Nasove (foto dal sito valorugby.it)
di Paolo Ricci Bitti
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Sabato 6 Gennaio 2024, 00:06 - Ultimo aggiornamento: 7 Gennaio, 19:56

Cambia ancora l'orizzonte di Rusiate Nasove, fijiano, flanker del Valorugby Reggio Emilia che in poche settimane è passato dalla linea sconfinata e abbacinante di luce dell'oceano Pacifico alle brume indefinite della "bassa" padana alle, infine, misere ristrettezze della cella di sicurezza di una caserma dei carabinieri. E presto un altro cambiamento, un'altro viaggio in un territorio a lui ignoto: il volontariato al servizio dei più deboli.

Un passo indietro. Nella notte del 19 dicembre dello scorso anno il 28enne giocatore della nazionale delle Isole Fiji (3 caps) e della franchigia isolana Drua (Super Rugby) si è ubriacato e ha picchiato in strada due carabinieri che per immobilizzarlo hanno usato la pistola elettrica (il taser). I militari sono finiti in ospedale. E a lui, una volta tornato in sé in quella cella, è  crollato il mondo addosso per la vergogna di avere trascinato in quella situazione il club che l'aveva ingaggiato in estate e anche il villaggio di Sigatoka, a ovest della capitale Suva, dove abita la famiglia. Prima di arrivare a Reggio Emilia il giocatore non era andato oltre la Nuova Zelanda e l'Australia: ogni fijiano che parte per l'Europa per giocare a rugby (lo sport nazionale, miniera anche di medaglie d'oro alle Olimpiadi nella versione Seven) diventa motivo di orgoglio per tutta la comunità locale, nonché importante fonte di rimesse nonostante che i salari nel rugby italico di vertice non siano nemmeno lontanamente paragonabili a quelli di calcio, basket o volley.

Una grande responsabilità, allora, per ogni giocatore che deve ambientarsi e cambiare radicalmente ogni abitudine. Inoltre Rusiate Nasove era particolarmente fiero di essere stato ingaggiato dal Reggio Emilia (Serie A Elite, la massima divisione italiana, quella che assegna la scudetto) mentre assorbiva la delusione per non essere stato convocato per la nazionale fijiana impegnata nello scorso autunno nella Coppa del Mondo in Francia. 

Che disastro quella notte da ubriaco, picco di un periodo difficile durante il quale la terza linea non aveva ancora giocato con regolarità e al massimo delle sue capacità (vedi il video sotto) nella squadra emiliana: tante aspettive, tanto orgoglio epperò pochi minuti in campo.

Non erano allegre le telefonate che il giocatore faceva di tanto in tanto ai familiari a Sigatoka. No, non è facile adattarsi a questi scenari per chi arriva da un'isola nel Pacifico, ma questa non è una novità, non è - soprattutto - una giustificazione.

Nei prossimi giorni Rusiate Navove dovrà rispondere in Tribunale a Reggio Emilia delle accuse di violenza e resistenza a pubblico ufficiale e di lesioni personali aggravate. I due carabinieri, medicati nell'ospedale Santa Maria Nuova, hanno riportato ferite giudicate guaribili in una settimana. Il giocatore, incensurato, avrà senz'altro la condizionale e quindi quella notte in cella di sicurezza resterà unica. 

In questi giorni il club emiliano del presidente Enrico Grassi aveva due possibilità: "tagliare", con giustificati motivi, il giocatore fijiano, che sarebbe stato costretto a tornare a casa con una sacca piena solo di amarezza, oppure dargli una seconda possibilità. 

Ecco questa seconda chance:  «Il club - si legge  in una nota -  anche in considerazione del pentimento manifestato dall’atleta, che sino a quel momento si era dimostrato serio e professionale, ha ritenuto di mantenerlo in rosa, ma gli ha sottoposto un’opportunità di riscatto, a prescindere ed indipendentemente dalle vicende giudiziarie, che seguiranno il loro corso. Il percorso, subito condiviso da Rusiate Nasove, prevede, oltre a una sanzione pecuniaria, l’obbligo di dedicare almeno cento ore al servizio presso l’Associazione G.A.S.T. Onlus di Reggio Emilia. Si tratta di un’organizzazione con cui Valorugby collabora da tempo, che opera per rendere accessibile a tutti lo sport, attraverso attività motorie rivolte a persone fragili. Nella ferma convinzione che ogni individuo meriti una seconda possibilità, e che l’inclusione e il sostegno siano principi cardine dello sport in generale, e del rugby in particolare, Valorugby ritiene che l’impegno in ambito sociale dell’atleta rappresenti un passaggio importante nel suo percorso di crescita umana e personale. Il club è peraltro fermamente deciso a sostenere Rusiate Nasove nei prossimi mesi, con l’affiancamento dei compagni di squadra nel suo servizio presso G.A.S.T. ed il monitoraggio costante da parte della dirigenza. Un doveroso ringraziamento va all’Associazione G.A.S.T. di Reggio Emilia per la preziosa collaborazione».

Allenamenti e volontariato, con la speranza di tornare il prima possibile nel "foglio partita" che diventà realtà già oggi (sabato 6 gennaio) con la partita Valorugby-Fiamme Oro: nei prossimi mesi questa sarà la vita di Rusiate Nasove a Reggio Emilia. Purtroppo, negli anni del professionismo iniziato nel 1995, non sono pochi i giocatori del Pacifico a cui è andata molto peggio durante i loro ingaggi in Europa.

Una seconda chance elogiata anche dal presidente federale Marzio Innocenti con un post su Facebook: «Lo sport offre sempre una seconda chance ed il rugby più di ogni altra disciplina educa a non lasciare mai solo il compagno, sostenendolo quando sbaglia. Rusiate Nasove, l’atleta del Valorugby Emilia protagonista di una colluttazione con le forze dell’ordine il mese scorso, ha certamente sbagliato. Ma sono felice di apprendere che la sua Societá ha deciso di affiancarlo in un percorso di recupero ed educazione che lo renderà una persona e un rugbista migliore.
Conosciamo la strada che aspetta Rusiave per averla percorsa noi stessi, e la scelta della Società del Presidente Grassi ci ricorda ancora una volta che applicare concretamente, ogni giorno i valori del nostro Gioco costituisce il tratto che accomuna tutte le rugbiste ed i rugbisti del mondo».
 

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