Rugby, la romana Maria Beatrice Benvenuti arbitra la serie A maschile

Rugby, la romana Maria Beatrice Benvenuti arbitra la serie A maschile
di Paolo Ricci Bitti
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Giovedì 21 Gennaio 2016, 23:15 - Ultimo aggiornamento: 11 Aprile, 12:11

Applausi, complimenti e nessuna mancanza di rispetto: come volevasi dimostrare. Maria Beatrice Benvenuti ha arbitrato alla perfezione il suo primo match della serie A maschile tenendo in pugno la partita e smascherando anche il più segreto dei trucchi dei piloni che in fase di ingaggio provano sempre a spingersi oltre il regolamento. In effetti, però, che cosa volete che fosse per l'arbitro di Roma (Trastevere, a essere precisi) arbitrare i maschi della massima serie: molto più difficile uscire indenni dalle partite sui campi fangosi e spesso rissosi di C2. A San Pietro in Cariano (Verona) è finita 32-12 per i padroni di casa, il Valpolicella, che ospitavano il Cus Torino e in campo non è volata una mosca. Alla fine terzo tempo con panino e birra anche per lei, bionda, occhi nocciola, fisico minuto e una micidiale conoscenza del regolamento (220 pagine corpo 7) e delle sue infinite interpretazioni influenzate anche da longitudine e latitudine. 

E poi Maria Bea non è nemmeno la prima italiana ad arbitrare i maschi di serie A: due anni fa il primato assoluto toccò alla collega Federica Guerzoni, di Ferrara. Il fatto è che Maria Beatrice ha 22 anni mentre Federica ne aveva 35 quando arbitrò Romagna-Firenze a Cesena. E un'altra pioniera, l'australiana Sarah Corrigan ne aveva 26 quando le venne affidato un torneo internazionale maschile. 

 



Non c'è niente da fare, la Benvenuti continua a bruciare le tappe: è diventata da tre stagioni la più giovane arbitra internazionale di sempre e non si è più fermata: dalle universiadi in Kazakistan ai mondiali di Parigi al Sei nazioni alle World series del rugby a 7. Match davanti a decine di miglia di spettatori e trasmessi in mondovisione. Maria Bea non fa in tempo a disfare i bagagli che deve ripartire infilando in mezzo a campionati e tornei in ogni angolo del pianeta gli studi a Scienze Motorie e, dall'anno scorso, il ruolo di prima (e unica) donna nel salotto Rugby Social Club di DMax in cui, a fianco di Daniele Piervincenzi e Paul Griffen, spiega anche ai più testoni le regole non sempre immediate del rugby del Sei Nazioni.

E già che c'é non manca di dispensare consigli alla sorella minore che ha deciso anche lei di fare l'arbitro di rugby, sport giocato dai due fratelli all'Unione rugby capitolina in via Flaminia, dove il direttore tecnico, Daniele Pacini, ormai quattro anni fa regalò un prezioso vaticinio: "La vedi quella? Diventerà un arbitro internazionale ai massimi livelli". "Confermo", aggiunse subito dopo Giulio De Santis, il miglior arbitro italiano.
Beh, con tali crismi di lì in poi la romana si è trovata a ogni tappa a essere la più giovane del gruppo, femmine o maschi che fossero: più giovane arbitro internazionale e più giovane, anche adesso, nel panel di World Rugby in cui verranno scelti gli arbitri per i tornei olimpici a 7 di Rio de Janeiro che le squadre azzurro hanno solo potuto sognare. Ecco, a rappresentare il rugby italiano ai Giochi non potrà che essere Maria Beatrice.

LA STORIA DI MARIA BEATRICE BENVENUTI 



 

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