Il rugby romano unisce le forze
in tre all'assalto dell'Eccellenza

Foto di gruppo di Lazio 1927, Fiamme oro e Unione rugby capitolina
di Paolo Ricci Bitti
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Mercoledì 11 Settembre 2013, 19:19 - Ultimo aggiornamento: 19:36

ROMA - Il rugby della Capitale aggrega le forze e fa massa critica per riempire il vuoto attorno al Paradiso del Sei Nazioni. Delle 11 squadre che battaglieranno in Eccellenza, massimo campionato italiano, dal 21 settembre, tre sono romane e così Lazio 1927, Fiamme e Oro e Unione rugby capitolina si sono presentate in Campidoglio, invitate dal sindaco Ignazio Marino e dall'assessore Luca Pancalli che non hanno mancato di ricordare alcune delle “ricchezze” del rugby a cominciare dal terzo tempo e dal volontariato.

Una condivisione di intenti certo non comune anche nello sport che nella sala della Protomoteca ha più volte fatto riecheggiare i concetti di “solidarietà”, “educazione alla salute”, “rispetto delle regole”.

Davanti ai giocatori, ai tecnici e al vicecapo vicario della Polizia, Alessandro Marangoni, i presidenti Alfredo Biagini (Lazio), Armando Forgione (Fiamme oro) e Giorgio Vaccaro (Urc) hanno sottolineato che l'accordo fra i tre club è solo all'inizio e che, al di là degli aspetti tecnici, l'obiettivo principale è quello di consentire la pratica del rugby a quanti più romani, e romane, possibile. A cominciare dai bambini.

In campo, la Lazio punterà a fare meglio dell'anno scorso, insomma ai play off; le Fiamme Oro pure (anche se non così apertamente) mentre la Capitolina, composta esclusivamente da dilettanti che pagano la quota societaria per giocare, cercherà di salvarsi. Le loro partite saranno trasmesse da T9 e inoltre, novità di questo ritorno in Eccellenza di tre romane dopo 43 anni, ogni derby servirà per conquistare il primo trofeo Roma Capitale lanciato da Pancalli: è una sorta di “duplice corona” riservata a chi di loro farà meglio all'ombra del Colosseo. Lo stesso assessore alla Qualità della vita e allo Sport ha auspicato un accordo fra gli altri club romani che stanno litigando in tribunale sull'impianto del Tre fontane mentre potrebbe essere più vicina del previsto, sempre secondo Pancalli, una soluzione per garantire un futuro allo stadio Flaminio (troppo angusto per il Sei Nazioni) anche a prescindere dalla candidatura dell'Italia e di Roma alle Olimpiadi.

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