Giochi 2018, Slittino a caccia dell'erede di Zoeggeler

Giochi 2018, Slittino a caccia dell'erede di Zoeggeler
di Redazione Sport
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Martedì 6 Febbraio 2018, 16:19
Nella prima olimpiade orfana del signore di tutte le slitte, l'Italia cerca di raccogliere un'eredità non facile. Perché dopo sei edizioni e altrettante medaglie firmate dal cannibale, Armin Zoeggeler, la nuova generazione del tobago si trova a fare i conti con un passato davvero ingombrante: eppure i tre azzurri nati negli anni '90 che del campionissimo di Merano sono stati fin da piccoli i primi tifosi sono convinti che Armin ha seminato bene. I cugini Dominik e Kevin Fischnaller e Emanuel Rieder da Bressanone sono sbarcati con le migliori intenzioni a PyeongChang dove tra tre giorni si apriranno i Giochi invernali. Primo giorno di villaggio e anche di test del budello ghiacciato come non mai viste le temperature polari ch hanno accolto gli atleti di tutto il mondo in questo spicchio di Corea. All'Alpensia sliding center, la pista, cominciata nel 2014 e ultimata lo scorso anno, era già stata provata in una tappa di coppa del mondo proprio nella stagione passata, e aveva sorriso agli azzurri in particolare a Dominik che qui l'ebbrezza della vittoria l'ha già vissuta. Una pista lunga 1,344.08 metri con una pendenza media che sfiora il 10%: un budello tecnico e veloce che però piace tanto al team azzurro. Il grande Armin, passato ora a fare il direttore tecnico della nazionale e in corsa per un posto nella commissione atleti del Cio, i suoi ragazzi li spinge ogni giorno per non far disperdere quel patrimonio di medaglie e trionfi che lo slittino targato Zoeggeler ha lascato all'Italia.
E loro, dicono, non sentono il peso di questo campione: piuttosto vivono il confronto quotidiano come uno stimolo. «Sei Giochi e sei medaglie? Beh proveremo a fare sette - dicono il coro gli slittinisti azzurri dopo il test sulla pista ma con la partenza prevista per le donne - Per noi Armin è il 'grande capò, un punto di riferimento, e quello che ha fatto è un esempio che ci spinge a fare sempre meglio. Lui ci segue e ci consiglia, ci dice sempre di essere tranquilli e affrontare le gare con serenità. Quello che ha fatto lui per noi è solo un bene. Armin è uno dei più grandi sportivi e da allenatore ci aiuta tanto. Noi vogliamo semplicemente fare come lui». Dominik, alla sua seconda Olimpiade dopo Sochi, arriva dopo qualche fastidio ma un successo a Lillehammer che lo proietta ai Giochi da protagonista. Qualche chance anche a livello di squadra. «Nel team siamo forti, io penso che una medaglia ci può scappare» si bilancia suo cugino Kevin, anche lui classe '93 ma esordiente ai Giochi. Della pista provata tutti entusiasti: veloce, molto tecnica, con curve insidiose e soprattutto molto fredda: «Perfetta, come piace a noi, speriamo di fare davvero bene» dicono gli slittinisti azzurri. Senza Zoeggeler a grattare il ghiaccio prima del via non sarà lo stesso, ma l'Italia che sfreccia sulla slitta è a caccia dell'erede
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