Inghilterra-Italia, Spalletti: «Aspettavamo questa partita. Allerta terrorismo? Non dobbiamo avere paura»

Il ct azzurro ha parlato a poche ore dalla partita di Wembley

Inghilterra-Italia, Spalletti: «Aspettavamo questa partita. Allerta terrorismo? Non dobbiamo avere paura»
di Alessandro Angeloni, nostro inviato a Londra
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Martedì 17 Ottobre 2023, 15:27

LONDRA - Nelle consuete esclusive Rai, il ct dell’Italia, Luciano Spalletti ha toccato i temi legati alla gara di stasera contro l’Inghilterra, valida per la qualificazione a Euro 2024. Sulla partita, ma non solo su questa, aleggia la questione terrosismo, alla luce dei fatti di Bruxelles. «È un orrore che paralizza», ha detto. Aggiungendo più approfonditamente come sia «incredibile vedere che cosa possano produrre le menti malate. La reazione giusta, rispetto al loro obiettivo, sarebbe di andare avanti e di creare lo spettacolo che tutti si aspettano, assecondando la disponibilità all'amore che hanno le persone di  questo sport. Però, davanti a certi orrori, diventa difficile mantenere la calma. Non si può non reagire e non si può non essere paralizzati da tutto quello che succede».

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Le parole

Spalletti a Wembley compie un altro passo della sua carriera prestigiosa. «Il dono della maglia azzurra in uno stadio del genere completa il sogno che avevamo da bambini.

La responsabilità di giocare queste partite è una cosa bellissima, che ti schiaccia ma ti fa sentire una persona di un livello top: Il timore di non essere al livello degli avversari, soprattutto per i calciatori che hanno meno esperienza, non ci deve essere. Nessuno di noi è frutto del destino, ma delle scelte che facciamo. Sono sempre le scelte difficili che determinano la traiettoria di una singola palla e della vita professionale». 

 

Tocca a Scamacca: è pronto? «È un centravanti col computer. Pronto lo è lui è lo sono io, lo siamo tutti. Ho visto i calciatori mettere la testa su questa partita. Le abbiamo delicato interamente il tempo che avevamo a disposizione. Avevamo questo appuntamento nel mirino. Non ne saremo spaventati: vogliamo fare vedere il livello del nostro calcio e del nostro lavoro, capiremo a che punto è».

Ed El Shaarawy? Parole dolci anche per il Faraone. «Stephan è un calciatore sottovalutato. Non ho dubbi, perché lo conosco molto bene, avendolo allenato. Dopo il lavoro di Mourinho, che l'ha tirato qualche metro indietro rispetto a dove lo facevo giocare io, si è completato nelle due fasi. Ha ormai conoscenza internazionali ed esperienza di qualsiasi genere per essere un calciatore top. Poi ha tecnica, capacità di saltare l'uomo e di finalizzare. Negli ultimi due anni, quando l'ho affrontato col Napoli, mi ha sempre fatto gol».

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